Il microdosaggio di farmaci come Ozempic, Wegovy e Mounjaro sta diventando una pratica sempre più diffusa, soprattutto tra chi desidera perdere peso evitando gli effetti collaterali associati alle dosi standard. Nonostante questi medicinali siano stati sviluppati e approvati per il trattamento del diabete di tipo 2 o dell’obesità a dosaggi ben precisi, oggi molti scelgono di assumerne quantità inferiori, con l’intento di ottenere benefici graduali, migliorare la tolleranza e, in alcuni casi, allungare la vita.
Quando la dose bassa sembra bastare: la testimonianza di Madison Burgess
A Bloomfield, nello Stato del Michigan, la venticinquenne Madison Burgess, impiegata nel settore sanitario, ha raccontato di aver iniziato la terapia con Ozempic quando ha raggiunto i 91 chilogrammi. All’inizio ha assunto una dose minima e ha perso oltre 2 chilogrammi nella sola prima settimana. Tuttavia, con l’aumento della dose secondo quanto raccomandato dal produttore, sono comparse nausea, stitichezza, reflusso acido e diarrea, rendendo l’esperienza ingestibile. Di fronte a questi disagi, Madison ha deciso di ridurre la quantità del farmaco e verificare se i risultati potessero comunque mantenersi stabili. Secondo il suo racconto, con il microdosaggio i benefici non si sono interrotti.
L’effetto a basse dosi: ricerca o tendenza?
La scelta di microdosare farmaci a base di GLP-1, originariamente destinati a gestire il glucosio e favorire la sazietà, ricorda l’uso di sostanze come LSD e psilocibina a scopo non ricreativo. Molti seguono questa strada non solo per evitare gli effetti collaterali delle dosi più alte, ma anche per altri motivi: riduzione dell’infiammazione, supporto cardiovascolare, miglioramento delle funzioni cognitive e, secondo alcuni, ottimizzazione della longevità.
Le promesse della longevità e il fascino delle celebrità
Nel mondo delle élite tecnologiche, nomi come Bryan Johnson hanno contribuito a diffondere l’idea che un uso controllato e moderato di questi farmaci possa allungare la durata della vita. La pratica è ormai diffusa anche a Hollywood, dove il microdosaggio è considerato da molti l’arma segreta per mantenere un aspetto giovane e scolpito, soprattutto in vista di servizi fotografici o eventi pubblici.
Una pratica off-label in piena espansione
Sebbene i produttori stabiliscano dosaggi specifici, molti utenti decidono in autonomia di modificare le quantità, creando un vero e proprio uso off-label dei farmaci. Questo approccio solleva interrogativi sia in campo medico sia in ambito etico, ma resta il fatto che sempre più persone si affidano a queste microdosi personalizzate, spinte dal desiderio di ottenere risultati più sostenibili nel tempo e di limitare al minimo gli effetti indesiderati.
Un fenomeno da osservare attentamente
Il microdosaggio di GLP-1 agonisti è oggi al centro di un acceso dibattito. Da un lato, ci sono le testimonianze dirette di chi afferma di trarne benefici significativi anche con dosi ridotte; dall’altro, la mancanza di studi ufficiali dedicati a questa modalità di assunzione rende difficile stabilire con certezza se questa pratica sia realmente efficace o semplicemente frutto di un trend.