Nel cuore dell’Atlantico del Nord, l’isola di Heimaey, in Islanda, ospita la più grande colonia al mondo di pulcinelle di mare atlantiche. Ogni anno, circa 1,5 milioni di esemplari scelgono le sue scogliere erbose per riprodursi. Qui, tra le ripide pareti rocciose e le brezze marine, i piccoli vengono nutriti e protetti fino a quando non sono pronti per affrontare il vasto oceano. Tuttavia, un pericolo moderno minaccia il loro istinto naturale: l’inquinamento luminoso della città.
Il problema dell’inquinamento luminoso: giovani pulcinelle smarrite
Le pulcinelle di mare sono guidate dalla luce della luna per raggiungere il mare, ma le luci artificiali di Heimaey possono confondere i piccoli, spingendoli a volare nella direzione sbagliata. Invece di dirigersi verso l’oceano aperto, molti finiscono nei centri abitati, atterrando su strade, tetti e parcheggi, dove rischiano di essere predati, feriti o di morire di fame.
La Puffling Patrol: un’intera comunità in aiuto delle pulcinelle
Per contrastare questo problema, gli abitanti di Heimaey hanno creato la Puffling Patrol, un’iniziativa comunitaria che da decenni aiuta i piccoli uccelli a ritrovare la strada giusta. Bambini, adolescenti e adulti perlustrano la città con torce, scatole di cartone e guanti, cercando pulcinelle smarrite. Una volta salvate, vengono pesate, registrate sul sito della Puffling Patrol e poi rilasciate in mare.
Durante la stagione 2024, sono state soccorse oltre 4.200 pulcinelle, un numero impressionante che dimostra l’impegno della popolazione locale.
Un salvataggio non sempre semplice: pulcinelle ferite e ricoperte di olio
Non tutti gli uccelli salvati possono essere rilasciati immediatamente. Alcuni finiscono nel porto e vengono ricoperti di olio proveniente dalle navi, compromettendo l’impermeabilità delle loro piume e mettendo a rischio la loro sopravvivenza nell’oceano freddo. Altri possono essere malnutriti o feriti.
Per questi esemplari, esiste il Puffin Rescue Centre di Heimaey, gestito da Sea Life Trust, dove vengono curati fino a quando non possono tornare in libertà.
La ricerca scientifica: studiare le pulcinelle per proteggerle
Le pulcinelle di mare trascorrono la maggior parte della loro vita in mare aperto, rendendo difficile monitorare i loro spostamenti. Grazie al lavoro degli scienziati del South Iceland Nature Research Centre, guidati da Erpur Snær Hansen, vengono applicati anelli identificativi sulle zampe di alcuni esemplari salvati, consentendo di tracciare i loro viaggi nel corso degli anni.
Inoltre, i ricercatori dotano gli adulti di sensori GLS per rilevare le loro rotte migratorie. I dati raccolti vengono condivisi con SEATRACK, un progetto internazionale che studia le rotte degli uccelli marini nell’Atlantico del Nord.
Minacce e cambiamenti climatici: il futuro delle pulcinelle di mare
Le pulcinelle di mare atlantiche sono classificate come specie in pericolo in Europa, con una popolazione destinata a ridursi tra il 50% e il 79% entro il 2065. Le principali cause di questa crisi sono la riduzione delle fonti di cibo, dovuta alla pesca intensiva e al cambiamento climatico, oltre all’inquinamento marino.
Una delle prede principali delle pulcinelle, le anguille di sabbia, sta diventando sempre più rara, costringendo questi uccelli a viaggi più lunghi e faticosi per trovare nutrimento. Questo fenomeno porta a una diminuzione del tasso di riproduzione, aggravando ulteriormente la situazione.
Un impegno globale per la conservazione delle pulcinelle
Gli studi condotti grazie ai dati SEATRACK hanno permesso di identificare aree critiche per la sopravvivenza delle pulcinelle. Nel 2021, un consorzio europeo ha istituito una nuova area marina protetta, la Corrente del Nord Atlantico e il Monte Evlanov, fondamentale per circa 5 milioni di uccelli marini durante il delicato periodo della muta.
Mentre la comunità di Heimaey continua la sua missione di salvataggio e protezione, gli scienziati lavorano per svelare i misteri della vita in mare di queste affascinanti creature, cercando soluzioni per garantirne la sopravvivenza.