Alle ore 10:02 italiane di mercoledì 20 marzo, prende ufficialmente il via l’equinozio di primavera. In concomitanza con questo evento astronomico, le zone situate ad alte latitudini, come quelle di Norvegia, Svezia, Finlandia, Canada e Alaska, potrebbero essere illuminate dalle affascinanti luci dell’aurora boreale, che proprio in questo periodo dell’anno raggiungono spesso il massimo splendore.
Secondo quanto spiegato da Mauro Messerotti, docente di meteorologia spaziale all’Università di Trieste, durante i giorni dell’equinozio, l’asse terrestre si dispone in modo parallelo rispetto al piano dell’orbita terrestre attorno al Sole. Questo particolare allineamento favorisce la riconnessione del campo magnetico terrestre con il vento solare.
L’effetto, scientificamente noto come Russell-McPherron, fu teorizzato per la prima volta nel 1973 e descrive come, nel periodo intorno all’equinozio, il campo magnetico terrestre si modifichi aprendo vere e proprie “fessure magnetiche”. Attraverso queste aperture, le particelle cariche emesse dal Sole riescono a penetrare con maggiore facilità nell’atmosfera terrestre, creando spettacolari giochi di luce nei cieli settentrionali.
Il professor Messerotti, intervistato dall’ANSA, ha sottolineato che per assistere a tali fenomeni luminosi è necessario anche un elemento di disturbo proveniente dal Sole stesso. Nei giorni precedenti all’equinozio, è stata infatti registrata una CME (espulsione di massa coronale), ovvero un rilascio di plasma solare. Tuttavia, non è ancora certo il momento in cui questa nube di particelle potrebbe raggiungere la Terra, né se effettivamente avrà un impatto diretto sul nostro pianeta.
Attualmente, il Centro di previsione meteorologica spaziale della NOAA, l’agenzia governativa statunitense, non segnala il rischio di tempeste geomagnetiche imminenti. Questo però non esclude la possibilità di osservare spettacoli celesti di rara bellezza proprio nei giorni a ridosso dell’equinozio.
La notte tra il 19 e il 20 marzo riserva inoltre altre sorprese celesti. L’Unione Astrofili Italiani (UAI) ricorda che, nella serata di martedì 19 marzo, sarà possibile osservare le Theta Leonidi, uno sciame meteorico di modesta intensità, con una media di due meteore visibili ogni ora, ma capace di offrire improvvisi lampi luminosi nella costellazione del Leone.
Nella notte di mercoledì 20 marzo, invece, raggiungeranno il loro picco le Beta Triangulidi, un altro sciame meteorico che si irradia dalla costellazione del Triangolo, la cui posizione prossima al Polo Nord celeste ne consente la visibilità per l’intera notte.