Le piastrine, da sempre considerate esclusivamente elementi fondamentali per la coagulazione del sangue, si rivelano ora protagoniste inattese di un meccanismo che collega corpo e cervello, influenzando direttamente memoria e apprendimento, in particolare quelli legati alle risposte di paura.
Questa scoperta sorprendente è stata resa possibile da una ricerca condotta presso l’Università La Sapienza di Roma, guidata da Cristina Limatola, docente del Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Cell Reports, si è focalizzato sull’interazione tra sistema nervoso e sistema immunitario osservata in modelli animali, aprendo nuove prospettive sulla funzione delle piastrine oltre la semplice emostasi.
Piastrine e serotonina: il legame che condiziona il cervello
Già in passato si era intuito che le piastrine, piccoli frammenti cellulari presenti nel sangue, potessero avere un collegamento diretto con il sistema nervoso, poiché sono ricche di serotonina, un neurotrasmettitore essenziale per il tono dell’umore, il sonno, l’appetito, ma anche per i processi di apprendimento e memorizzazione.
Nel corpo umano, le piastrine contengono oltre il 90% della serotonina totale, rendendole delle vere e proprie navette biologiche in grado di modulare complesse risposte neuro-immunitarie. La ricerca italiana ha dimostrato che una diminuzione del numero di piastrine comporta una riduzione della serotonina disponibile nel cervello, con conseguenze dirette sui comportamenti associati alla paura.
La memoria della paura alterata dalla carenza di piastrine
I test sperimentali sui topi hanno mostrato che la carenza di serotonina cerebrale, dovuta alla riduzione delle piastrine, compromette l’attività dei neuroni inibitori. Questi neuroni sono fondamentali per controllare la velocità dei processi di memorizzazione: se la loro azione rallenta o si interrompe, il cervello diventa iper-reattivo anche a stimoli innocui, scatenando risposte di paura inappropriate.
Il fenomeno osservato nei laboratori di Roma svela quindi un meccanismo biologico sofisticato, in cui le piastrine giocano un ruolo chiave nel regolare l’intensità e la qualità della memoria della paura.
Il sistema immunitario controlla le piastrine e la serotonina
Un altro aspetto rivoluzionario emerso dalla ricerca riguarda il contributo delle cellule immunitarie Natural Killer. Queste cellule, conosciute per la loro funzione di difesa contro virus e cellule tumorali, si rivelano anche modulatori indiretti della serotonina cerebrale.
Le Natural Killer, infatti, stimolano la produzione di serotonina nell’intestino, determinando quanto di questa sostanza viene poi trasportato dalle piastrine nel sangue. Se si riduce il numero di queste cellule, come dimostrato negli esperimenti, si verifica un calo della serotonina disponibile, con un effetto a catena che coinvolge memoria e comportamento.
La ricerca della Sapienza ha dimostrato che modificare artificialmente la quantità di Natural Killer o di piastrine porta a profondi cambiamenti nei circuiti cerebrali legati alla paura, offrendo nuove prospettive per comprendere le basi biologiche di ansia e disturbi legati al trauma.
Un dialogo continuo tra intestino, sistema immunitario e cervello
Questa scoperta italiana, frutto di anni di lavoro nel campo della neuroimmunologia, sottolinea il ruolo centrale dell’asse intestino-cervello, evidenziando come le piastrine siano un crocevia fondamentale nella comunicazione tra organi e sistemi apparentemente distanti, ma strettamente interconnessi.
Il team di Cristina Limatola ha gettato nuova luce sul funzionamento del sistema nervoso e apre nuovi scenari per la ricerca su patologie psichiatriche, disturbi cognitivi e malattie neurodegenerative, in cui il ruolo delle piastrine e della serotonina potrebbe essere più importante di quanto si pensasse fino ad oggi.