Mantenere le navicelle spaziali completamente sterili potrebbe sembrare la scelta più logica per prevenire malattie tra gli astronauti, ma questa strategia potrebbe rivelarsi controproducente. Secondo alcuni ricercatori che hanno analizzato l’ambiente della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), l’assenza di una varietà di microbi e di specifiche molecole potrebbe avere un impatto negativo sul sistema immunitario degli astronauti.
L’importanza dell’esposizione ai microbi
Secondo Pieter Dorrestein, dell’Università della California a San Diego, esiste una convinzione diffusa secondo cui meno batteri ci sono a bordo, meglio è. Tuttavia, questo principio potrebbe non essere ideale per missioni a lungo termine. La questione, infatti, non riguarda solo l’esplorazione spaziale, ma anche altri ambienti chiusi sulla Terra, come gli ospedali, le stazioni di ricerca o i sottomarini, dove gli individui trascorrono lunghi periodi in spazi confinati.
Uno dei motivi principali per cui le navicelle vengono sterilizzate è evitare la contaminazione di pianeti come Marte, prevenendo la diffusione di microbi terrestri in ambienti extraterrestri. Tuttavia, la sterilizzazione serve soprattutto a proteggere gli astronauti, poiché un’infezione che sulla Terra sarebbe facilmente curabile potrebbe diventare un problema molto serio in un ambiente isolato come una navicella spaziale.
Un ambiente eccessivamente pulito può essere dannoso
Analizzando oltre 700 campioni prelevati dalle superfici della ISS, il team di Dorrestein ha scoperto che la stazione spaziale è estremamente pulita dal punto di vista della diversità microbiologica. “È un ambiente al limite della vita umana”, ha dichiarato il ricercatore, sottolineando come la mancanza di molecole e microbi possa essere collegata ai problemi di salute che gli astronauti spesso affrontano nello spazio.
Durante le missioni, infatti, gli astronauti sviluppano frequentemente irritazioni cutanee, allergie, infezioni batteriche o fungine, e sperimentano la riattivazione di virus latenti come l’Epstein-Barr, trovato in alcuni campioni analizzati. “Non comprendiamo ancora del tutto questo fenomeno”, afferma Dorrestein, “ma è possibile che il sistema immunitario abbia bisogno di una stimolazione costante per rimanere efficace”.
Rendere le navicelle più “sporche” senza rischi per la salute
I ricercatori suggeriscono che, per migliorare la salute degli astronauti, si dovrebbe rendere l’ambiente della stazione spaziale più ricco di molecole e microbi benefici, evitando però di introdurre patogeni pericolosi.
Una soluzione potrebbe essere quella di applicare batteri sicuri, come il Bacillus subtilis, alle superfici invece di utilizzare disinfettanti chimici. Questo particolare batterio è noto per le sue proprietà antifungine e viene già impiegato in diversi settori.
Un’altra possibile strategia potrebbe essere la coltivazione di una maggiore varietà di piante a bordo della ISS. Secondo studi precedenti, l’esposizione a specifiche molecole vegetali riduce il rischio di asma e allergie. Tuttavia, queste molecole sono praticamente assenti sulla stazione spaziale, il che potrebbe influire negativamente sulla salute degli astronauti.
La sfida delle missioni spaziali a lungo termine
Se le missioni spaziali dovranno durare mesi o addirittura anni, come quelle previste per Marte, sarà fondamentale ripensare il modo in cui vengono gestiti gli ambienti a bordo delle navicelle. Creare un ecosistema microbiologico più equilibrato potrebbe essere la chiave per mantenere gli astronauti in buona salute durante i loro lunghi viaggi nello spazio profondo.