Nel cuore delle splendide acque delle Bahamas, alcuni grandi squali martello sembrano avere trovato un vero e proprio paradiso gastronomico. Nonostante la fama di questi predatori come instancabili viaggiatori, con spostamenti fino a 3.000 chilometri tra Bimini, le Bahamas e le acque al largo della Virginia, nuove osservazioni rivelano che alcuni di loro preferiscono restare nelle acque protette di Andros per tutto l’anno. La spiegazione? I gusti personali a tavola.
Uno studio pubblicato il 21 marzo sulla rivista Frontiers in Marine Science apre uno spiraglio sorprendente sul comportamento migratorio di questi squali. La disponibilità di risorse alimentari gioca un ruolo cruciale, ma il quadro è più complesso di quanto sembri. Secondo quanto riportato dall’ecologo Tristan Guttridge, fondatore dell’organizzazione marina Saving the Blue, non basta l’abbondanza di cibo per trattenere tutti gli squali in queste acque protette.
Tra il 2018 e il 2024, i ricercatori hanno monitorato con attenzione 78 esemplari di Sphyrna mokarran, prelevando campioni di tessuto da 22 individui e applicando tag satellitari su sette di loro. I risultati hanno rivelato uno scenario inatteso: mentre alcuni squali continuavano a compiere migrazioni oceaniche di lunga distanza, altri rimanevano stanziali attorno all’isola di Andros, scegliendo di nutrirsi localmente.
La vera chiave di lettura è emersa quando gli scienziati hanno analizzato gli isotopi nei tessuti degli squali. Le differenze nelle diete individuali sono evidenti. Un grande squalo martello, ad esempio, aveva consumato squali setosi in quasi due terzi dei suoi pasti. Questi predatori, che vivono prevalentemente in mare aperto, obbligano chi li caccia a spingersi lontano dalla costa. Altri esemplari, invece, si alimentano prevalentemente di razze e barracuda, pesci che si trovano più facilmente nei fondali costieri o in zone miste, consentendo a questi squali di rimanere nelle acque circostanti senza migrare.
Questa variazione nelle preferenze alimentari potrebbe quindi determinare se un esemplare sceglie la migrazione oppure decide di restare. In pratica, la voglia di prede diverse può portare gli squali a percorrere centinaia o migliaia di chilometri, esponendoli ai rischi delle acque internazionali e della pesca commerciale.
I numeri sono drammatici: si stima che la popolazione globale dei grandi squali martello sia diminuita di oltre l’80% negli ultimi decenni. Questo rende ancora più urgente comprendere i motivi dietro i loro spostamenti. Sapere quali prede li attraggono può infatti contribuire a sviluppare strategie di protezione più efficaci.
Come sottolinea Guttridge, anche se alcuni individui trascorrono tutto l’anno in santuari marini come quello delle Bahamas, altri continuano a migrare, esponendosi a pericoli. Questo scenario rende fondamentale un coordinamento internazionale tra diverse nazioni per proteggere queste specie mobili e vulnerabili, il cui destino è strettamente legato al delicato equilibrio dell’ecosistema marino.