Nelle campagne verdi dell’East Sussex, nei pressi della tranquilla cittadina di Herstmonceux, sorge un luogo dal valore storico inestimabile: l’ex sede del Royal Greenwich Observatory. Questa struttura, che per secoli ha rappresentato un faro della ricerca astronomica mondiale, si trova oggi in una situazione delicata e minacciata da uno sfratto imminente che rischia di cancellare un capitolo fondamentale della storia scientifica britannica ed europea.
La storia dell’osservatorio ha radici profonde. La sua prima sede venne costruita nel 1675 a Greenwich, nel cuore di Londra, con il compito di redigere carte stellari precise e strumenti di misurazione del tempo affidabili. Questi strumenti furono fondamentali per la navigazione delle flotte britanniche, sia commerciali che militari, durante i lunghi viaggi oltreoceano. Proprio grazie al lavoro di quell’osservatorio, nel 1884 fu definita la famosa linea di longitudine zero, il Meridiano di Greenwich, visitabile ancora oggi nella capitale britannica.
Tuttavia, il cielo sopra Londra, sempre più offuscato da smog e inquinamento luminoso, rese la città inadeguata per le osservazioni astronomiche. Negli anni ’30, si decise di trasferire parte delle attività verso cieli più limpidi, scegliendo, tra sessanta località candidate, un’area verde e lontana dalle luci artificiali, vicino a Herstmonceux. La Seconda Guerra Mondiale ritardò il progetto, ma il trasferimento avvenne progressivamente tra il 1947 e il 1958. Il nuovo osservatorio prese il nome di Royal Greenwich Observatory, diventando un polo di eccellenza nell’astrofisica moderna.
Nel cuore del sito si trovava il celebre Equatorial Group, un complesso di sei cupole in rame che col tempo hanno assunto un caratteristico colore verde, armonizzandosi con il paesaggio circostante. Qui lavoravano oltre duecento persone, impegnate in osservazioni e ricerche che hanno contribuito a far avanzare la conoscenza scientifica internazionale.
Uno degli strumenti più iconici ospitati a Herstmonceux fu il potente telescopio Isaac Newton, con uno specchio di ben 98 pollici. La sua imponente cupola bianca fu completata nel 1967, ma le crescenti luci urbane e il clima instabile del sud-est inglese limitarono ben presto le sue potenzialità. Per questo, nel 1984, il telescopio venne spostato sulle vette vulcaniche di La Palma, nelle Isole Canarie, dove ancora oggi continua a offrire un contributo prezioso alla ricerca astronomica mondiale.
Dopo il trasferimento del principale telescopio, il sito di Herstmonceux fu abbandonato nel 1990, lasciando le cupole e i telescopi storici in uno stato di degrado preoccupante. Fortunatamente, nel 1995, l’associazione Science Projects riuscì ad ottenere in affitto il terreno, di proprietà della Queen’s University canadese, che aveva acquistato la tenuta per il vicino castello di Herstmonceux.
Con un importante intervento di restauro finanziato anche dal National Heritage Lottery nel 2004, le cupole e i telescopi furono riportati all’antico splendore e il sito ricevette la prestigiosa classificazione Grade II*, un riconoscimento di importanza nazionale.
Oggi l’ex osservatorio ospita l’Observatory Science Centre, un centro dedicato alla divulgazione scientifica che ogni anno accoglie più di 60.000 visitatori tra studenti, famiglie e turisti provenienti da ogni parte del mondo. Qui si organizzano eventi pubblici, serate di osservazione astronomica, conferenze e festival dedicati all’esplorazione dello spazio.
Ma il futuro di questo luogo storico è nuovamente minacciato. Nel corso dell’estate del 2024, la Queen’s University ha notificato lo sfratto all’ente gestore, annunciando la chiusura dell’attività entro la fine del 2026. L’annuncio ha scatenato forti reazioni da parte della comunità locale dell’East Sussex, che ha avviato una raccolta firme per salvare il sito, raccogliendo oltre 12.000 adesioni.
Al momento, la Queen’s University ha mantenuto il riserbo sui piani futuri per l’area, le cupole e i telescopi storici. L’unico segnale positivo è arrivato nel febbraio 2025, con una dichiarazione d’intenti da parte dell’università a voler preservare l’eredità scientifica del sito. Tuttavia, il destino dell’Observatory Science Centre e del prezioso patrimonio culturale che custodisce resta incerto, lasciando la comunità in attesa di risposte che potrebbero determinare il futuro di un pezzo fondamentale della storia dell’astronomia mondiale.