Nelle acque torbide della Laguna di Santa Catarina, nel sud del Brasile, si rinnova da generazioni una cooperazione sorprendente tra esseri umani e delfini tursiopi di Lahille (Tursiops truncatus gephyreus). In questa regione, pescatori locali e cetacei cacciano insieme, dando vita a una strategia di foraggiamento condivisa che porta benefici concreti a entrambe le specie. Questo legame si fonda su un coordinamento sofisticato, in cui pinne e mani collaborano con un’efficienza che affonda le radici in una lunga tradizione.
Le recenti osservazioni condotte tramite droni dai ricercatori guidati da Mauricio Cantor, ecologo comportamentale dell’Oregon State University di Newport, hanno permesso di svelare i dettagli di questa interazione eccezionale. Le immagini aeree catturate durante il 2018, in piena stagione migratoria dei cefali, mostrano che i delfini si organizzano tra loro per guidare i banchi di pesci verso le zone di pesca degli uomini.
Come avviene la caccia congiunta tra delfini e pescatori
La tecnica messa in atto dai delfini di Laguna è ingegnosa. Gli animali si muovono in gruppo, spingendo i banchi di cefali verso le acque basse vicino alla riva. Quando il momento è propizio, un segnale ben preciso—spesso un colpo di coda sull’acqua o un tuffo improvviso—indica ai pescatori quando lanciare le reti. Gli umani gettano i loro strumenti proprio mentre i pesci si trovano intrappolati tra la spiaggia e i delfini, aumentando notevolmente la probabilità di cattura.
A loro volta, i delfini approfittano della confusione generata dalle reti per predare i cefali intrappolati all’esterno o per strappare qualche pesce direttamente dalle maglie. Questa strategia sinergica consente a entrambi i predatori di ottimizzare gli sforzi e massimizzare i guadagni.
La scienza dietro la cooperazione interspecifica in Laguna
Lo studio, pubblicato il 12 febbraio su Current Zoology, ha documentato 45 interazioni di caccia tra delfini e pescatori, di cui nove si sono concluse con successo, cioè con la cattura effettiva di pesci da parte degli uomini. Gli scienziati hanno analizzato tre variabili fondamentali nel comportamento dei delfini: la distanza reciproca tra gli individui al momento dell’emersione, l’allineamento delle traiettorie di nuoto e la sincronizzazione delle immersioni.
Secondo i ricercatori, le probabilità di successo aumentano quando i delfini si avvicinano ai pescatori seguendo traiettorie differenti ma convergenti, spingendo i pesci in modo più efficace. La sincronia nei movimenti appare essere un elemento chiave, dimostrando un livello di coordinamento avanzato.
Un legame che resiste nel tempo e si adatta alla tecnologia
«Questa è un’interazione rara tra due predatori di vertice che mettono a frutto le rispettive capacità in una collaborazione mutualistica», spiega Mauricio Cantor. Il team di ricerca sta ampliando le analisi, collaborando con esperti di intelligenza artificiale per sviluppare algoritmi in grado di identificare con maggiore precisione i modelli di comportamento dei delfini ripresi dai droni.
Parallelamente, i ricercatori stanno studiando i dati fisiologici raccolti su scala fine che riguardano i movimenti e le decisioni dei pescatori locali, accumulati in un monitoraggio durato quattro decenni. L’obiettivo futuro di Cantor è ottenere lo stesso tipo di informazioni sui delfini, nonostante le difficoltà tecniche. «Dovremo aspettare che qualcuno sviluppi una sorta di Fitbit per cetacei», scherza l’ecologo, sottolineando l’ambizione del progetto.
Un esempio di equilibrio tra uomo e natura
Secondo Bruno Díaz López, biologo presso il Bottlenose Dolphin Research Institute di Pontevedra, in Spagna, questo studio rivela come i delfini tursiopi siano in grado di adattarsi e sfruttare le attività umane a loro vantaggio, mettendo in luce una relazione reciprocamente vantaggiosa che rappresenta un modello di convivenza sostenibile tra esseri umani e animali selvatici.
La Laguna di Santa Catarina si conferma dunque uno dei pochi luoghi al mondo dove si pratica ancora questa pesca cooperativa, testimoniando come la conoscenza tradizionale possa integrarsi con la ricerca scientifica moderna, rafforzando una partnership antica tra uomo e delfino.