Quando si immagina il deserto del Sahara, la mente corre subito a immense distese di dune, a paesaggi sabbiosi che sembrano infiniti. È l’immagine classica offerta da numerosi film e documentari. Ma la realtà geografica di questo vastissimo territorio dell’Africa settentrionale è ben diversa.
La sabbia copre solo una piccola parte del Sahara
Nonostante sia il deserto caldo più esteso del pianeta, il Sahara non è dominato solo dalla sabbia. Soltanto il 25% della sua superficie è effettivamente costituito da dune. Questo significa che, su un’area complessiva di 9,4 milioni di chilometri quadrati, circa 2,35 milioni di chilometri quadrati presentano paesaggi sabbiosi. Un’estensione comunque enorme, paragonabile a oltre 1.140 volte la superficie della città di New York.
In queste aree si sviluppano i cosiddetti erg, vasti campi di dune mobili scolpite dal vento. Il più grande è il Grand Erg Oriental, che si estende per oltre 308.000 chilometri quadrati, un’area paragonabile all’intero territorio dell’Italia.
Un paesaggio dominato da rocce, ghiaia e altipiani
La restante parte, ovvero il 75% del Sahara, è tutt’altro che sabbiosa. Ampie zone sono formate da altipiani rocciosi, conosciuti come hamada, o da pianure ricoperte di ghiaia, chiamate serir o reg. Questi territori si caratterizzano per superfici dure, spoglie e brulle, dove la vita è quasi assente e la vegetazione estremamente scarsa.
In alcune aree si trovano anche valli secche, antichi letti di fiumi e distese saline, segni evidenti di un passato in cui l’acqua aveva un ruolo molto più importante nell’ecosistema locale.
Le oasi: rifugi di vita tra rocce e sabbia
Nel cuore di questo scenario arido sorgono le oasi, veri e propri miracoli naturali. Se ne contano circa novanta, sparse qua e là lungo il deserto. Una delle più suggestive è la Guelta d’Archei, situata nel Ciad, un’oasi nascosta tra strette gole di roccia dove l’acqua permane tutto l’anno e offre un habitat unico per rare specie di animali.
Il Sahara verde: un passato insospettabile
Anche se oggi domina il clima arido, il Sahara non è sempre stato un deserto. Tra l’8000 e il 3000 a.C., la regione visse un periodo noto come il Sahara Verde. In quell’epoca, il territorio era rigoglioso, punteggiato da praterie, laghi e corsi d’acqua, che consentivano lo sviluppo di società dedite all’agricoltura e all’allevamento di bestiame.
Piogge improvvise e fenomeni meteo estremi
Anche oggi il clima del Sahara riserva sorprese. Nel mese di ottobre 2024, una perturbazione di tipo ciclone extratropicale colpì il nord-ovest del deserto, riversando in appena due giorni una quantità di pioggia pari a quella di un intero anno. L’evento generò inondazioni improvvise, dando vita a laghi effimeri tra le dune e trasformando temporaneamente l’aspetto del paesaggio.
Il deserto del Sahara, quindi, è un luogo dove contrasti estremi e paesaggi diversificati si alternano, ben lontano dall’immagine semplificata di un’immensa distesa sabbiosa.