Tra le creature più affascinanti e insolite che popolano il mondo degli invertebrati, il verme di velluto spicca per il suo aspetto curioso e le sue sorprendenti abilità predatrici. Questo animale, che a prima vista potrebbe ricordare una corda di cuoio dalla texture soffice, cela una natura da perfetto cacciatore. Dotato di due caratteristiche antenne, il verme di velluto sembra uscito da un film di fantascienza, evocando l’immagine di Zuul, ma quando attacca, si comporta più come Spiderman: solleva il corpo e, brandendo due appendici, lancia un getto di muco adesivo, simile a una “silly string”, capace di immobilizzare la preda in pochi istanti.
Questo muco non è un semplice liquido viscoso, ma una sostanza che ha catturato l’interesse degli scienziati per la sua trasformazione rapidissima e anomala rispetto a qualsiasi altro materiale naturale conosciuto. In un batter d’occhio, il fluido si solidifica in una fibra vetrosa e rigida, superando persino la velocità con cui i ragni tessono la loro seta. Secondo il Professor Ali Miserez della Nanyang Technological University di Singapore, il processo inizia da una ghiandola specializzata dove il muco è conservato allo stato liquido, per poi essere espulso attraverso le papille orali e trasformarsi in una rete solida capace di trattenere saldamente la preda.
Il muco solidificato, una volta divenuto fibra, si comporta come un nylon sintetico, ma la sua particolarità risiede nella capacità di ritornare liquido se immerso in acqua. Dopo qualche ora in ambiente umido, la rete si dissolve completamente, permettendo di riottenere una soluzione viscosa da cui è possibile ridisegnare nuove fibre. Questo processo, completamente riciclabile, ha attirato l’attenzione dei ricercatori impegnati nello sviluppo di bioplastiche biodegradabili, offrendo uno straordinario esempio di biomimetica applicata ai materiali sostenibili del futuro.
Le peculiarità di questo muco erano note da tempo, ma solo di recente si è scoperto cosa lo rende davvero unico. Gli scienziati, analizzando le proteine contenute nel fluido, hanno identificato una famiglia di molecole chiamate LRR, proteine ricche di leucina, imparentate con i recettori simili a toll (TLR), noti in biologia per il loro ruolo fondamentale nei sistemi immunitari, nello sviluppo embrionale e nella funzione neuronale.
Il team guidato da Miserez ha dimostrato che queste proteine LRR, oltre alle loro funzioni biologiche conosciute, assumono un compito inedito: agiscono come una colla molecolare, legando tra loro le altre proteine per formare le fibre solide del muco. Questa scoperta rivoluziona l’interpretazione tradizionale della funzione dei TLR, ampliando la comprensione dei meccanismi molecolari conservati in natura da oltre 400 milioni di anni.
Il risultato apre la strada a nuove opportunità per la creazione di materiali ecologici e rinnovabili, prendendo esempio da un piccolo predatore quasi cieco che, nonostante le sue dimensioni ridotte, nasconde un meccanismo molecolare antico e raffinato. La ricerca, pubblicata sulla rivista PNAS, conferma il verme di velluto come una delle creature più intriganti del regno animale e una preziosa fonte d’ispirazione per l’innovazione tecnologica.