Alla ricerca di Nemo, il celebre film d’animazione della Pixar, ha introdotto milioni di spettatori alla meravigliosa biodiversità marina, mostrando uno degli esempi più noti di simbiosi: quello tra il pesce pagliaccio e le anemoni di mare. Finora, si sapeva che i tentacoli urticanti delle anemoni offrivano protezione ai pesci dai predatori, mentre questi ultimi contribuivano alla pulizia e alla salute del loro ospite. Tuttavia, uno studio recente dell’Università Metropolitana di Osaka ha rivelato un aspetto inedito di questa relazione. Pubblicato su Scientific Reports, lo studio dimostra che i pesci pagliaccio nutrono attivamente le loro anemoni ospiti, rafforzando un legame ancora più stretto e vantaggioso per entrambe le specie.
Le molteplici forme della simbiosi in natura
Nel regno animale, le interazioni tra specie possono assumere diverse forme. Esistono relazioni mutualistiche, in cui entrambe le parti traggono beneficio, commensalistiche, dove una specie guadagna un vantaggio senza danneggiare l’altra, e parassitiche, in cui un organismo prospera a spese dell’altro. La cooperazione tra specie può essere un fattore chiave per la sopravvivenza, come dimostrano numerosi esempi.
Nelle foreste tropicali, alcune formiche difendono determinati alberi dagli erbivori in cambio di nettare. Nei territori artici, i corvi seguono i branchi di lupi, attendendo che questi caccino per approfittare delle carcasse. Nelle barriere coralline, il pesce gobide e il gamberetto pistolero vivono in stretta collaborazione: il gamberetto, quasi cieco, scava e mantiene una tana nella sabbia, offrendo rifugio a entrambi, mentre il gobide funge da sentinella, segnalando eventuali pericoli con un movimento della coda.
Uno degli esempi più affascinanti di simbiosi marina riguarda proprio il pesce pagliaccio e le anemoni di mare, una relazione che va oltre la semplice protezione.
Un’interazione più complessa di quanto si pensasse
Le barriere coralline sono ambienti straordinari, ma poveri di nutrienti, rendendo essenziali le interazioni simbiotiche per la sopravvivenza di molte specie. Le anemoni di mare offrono ai pesci pagliaccio un rifugio sicuro e una base per la deposizione delle uova, mentre i pesci in cambio rimuovono detriti, eliminano piccoli parassiti e fertilizzano il loro ospite con le feci ricche di sostanze nutritive.
Fino a poco tempo fa, si pensava che questi fossero i principali benefici dello scambio tra i due organismi. Tuttavia, i ricercatori hanno documentato un comportamento mai osservato prima: i pesci pagliaccio raccolgono frammenti di cibo e li attaccano deliberatamente ai tentacoli delle anemoni ospiti, assicurandosi che abbiano accesso a risorse alimentari. Questo comportamento suggerisce che i pesci anemone non solo si limitano a beneficiare della protezione dell’anemone, ma si impegnano attivamente nel garantirne la sopravvivenza e la crescita.
Uno studio in acque giapponesi
Per indagare su questo fenomeno, un team di ricercatori ha condotto osservazioni sul campo a Morode Beach, nella località di Ainan, nel Giappone meridionale, analizzando il pesce anemone Amphiprion clarkii e il suo ospite, l’anemone di mare Entacmaea quadricolor.
Le osservazioni hanno rivelato un comportamento alimentare selettivo: i pesci pagliaccio consumavano direttamente piccoli alimenti come krill, vongole, calamari e pesci, mentre riservavano i pezzi più grandi per le loro anemoni. Al contrario, evitavano di ingerire o condividere alghe brune e spugne, segno che queste non erano considerate fonti alimentari adeguate né per loro né per il loro ospite.
Un aspetto interessante dello studio è che i pesci pagliaccio davano priorità alla propria nutrizione prima di iniziare a fornire cibo alle anemoni. Il dottorando Kobayashi, autore principale della ricerca, ha spiegato: “Abbiamo confermato che il nutrimento fornito dai pesci pagliaccio accelera direttamente il tasso di crescita delle anemoni”. Poiché nelle barriere coralline più grandi anemoni sono associate a una maggiore produzione di uova, questo comportamento potrebbe fornire un vantaggio riproduttivo ai pesci pagliaccio, che non possono abbandonare il loro rifugio per cercare altri siti adatti alla deposizione.
Implicazioni ecologiche e conservazione
Questo studio mette in luce un raro caso di simbiosi basata sulla fornitura diretta di cibo, una dinamica poco documentata in ambito marino. Comprendere questi meccanismi è essenziale non solo per approfondire la nostra conoscenza dell’ecologia marina, ma anche per sviluppare strategie di conservazione mirate.
Con i cambiamenti climatici e il degrado delle barriere coralline, proteggere queste interazioni fondamentali può rivelarsi cruciale per la sopravvivenza delle specie coinvolte e per l’equilibrio dell’ecosistema marino.