Per i ricercatori della Scotty Creek Research Station, situata nei Territori del Nord-Ovest del Canada, il cambiamento climatico non è solo un fenomeno da analizzare nei dati scientifici, ma una realtà tangibile che ha avuto conseguenze dirette sul loro lavoro. Nell’autunno del 2022, un incendio improvviso ha devastato questa stazione di ricerca remota, distruggendo infrastrutture e strumenti scientifici essenziali per il monitoraggio ambientale.
Il ricercatore Mason Dominico, della Wilfrid Laurier University, racconta quanto sia stato difficile affrontare questa perdita.
Dominico: “È stato davvero devastante, un enorme passo indietro. Ho trascorso gli ultimi due anni solo a pianificare e ricostruire tutto.”
Ma non è stato solo il fuoco a mettere alla prova la Scotty Creek Research Station. Già un decennio prima, il team scientifico aveva dovuto trasferire le proprie strutture a causa di un altro problema legato al riscaldamento globale: il disgelo del permafrost.
Il permafrost si scioglie e il paesaggio cambia rapidamente
L’area di Scotty Creek si trova all’interno di un bacino idrografico un tempo caratterizzato da altipiani boscosi che si elevavano sopra zone umide e terreni congelati perenni. Tuttavia, il surriscaldamento globale sta facendo aumentare le temperature in questa regione a un ritmo più rapido della media mondiale, provocando il progressivo scioglimento del permafrost. Questo fenomeno sta trasformando il paesaggio: gli altipiani, che un tempo dominavano la zona, si stanno restringendo e collassando.
Dominico spiega come il cambiamento sia visibile a occhio nudo:
“Sono qui da sei anni e ogni anno vedo il paesaggio mutare. Ogni volta penso: ‘Oh, questo strato si sta sciogliendo più in profondità. Oh, questo altopiano è completamente scomparso adesso.’”
Per gli scienziati che lavorano a Scotty Creek, il cambiamento climatico non è più solo una teoria o un insieme di modelli previsionali. È una realtà che si manifesta sotto i loro occhi, modificando radicalmente l’ambiente in cui operano.