Un’esperienza estrema sempre più diffusa
Negli ultimi anni il bagno in acqua fredda è diventato una pratica molto diffusa, tanto da essere considerata da molti un vero e proprio rituale di benessere. Dalle spiagge dell’Atlantico ai fiumi delle Alpi, fino alle vasche private raffreddate artificialmente, chi sceglie questa esperienza lo fa spesso per i supposti effetti positivi su mente e corpo. Si parla di benefici come la diminuzione dell’ansia, una maggiore concentrazione, il miglioramento del tono dell’umore, ma anche di un recupero più rapido dopo l’esercizio fisico, riduzione delle infiammazioni e stimolo al metabolismo. Tuttavia, quanto di tutto ciò è realmente provato?
Cosa accade al corpo a contatto con l’acqua fredda
La temperatura dell’acqua considerata fredda parte dai 31 gradi Celsius in giù. Lo conferma François Haman, docente presso l’Università di Ottawa, che da oltre vent’anni studia il rapporto tra esposizione al freddo e reazioni dell’organismo umano. Secondo Haman, ciò che conta non è solo la temperatura, ma anche la durata dell’immersione e la composizione corporea della persona. L’acqua molto fredda agisce come uno shock fisiologico, attivando meccanismi di adattamento allo stress. È proprio questo “trauma controllato” che genera molte delle sensazioni percepite come benefiche.
Effetti psicologici: il potere della sfida superata
Dal punto di vista mentale, i benefici sono legati soprattutto alla risposta neurochimica del corpo. Secondo Haman, durante e dopo l’immersione vengono rilasciate endorfine, dopamina e catecolamine, sostanze che migliorano temporaneamente l’umore. Uno studio del 2020, pubblicato su Lifestyle Medicine, ha rilevato un miglioramento dello stato d’animo in chi ha nuotato in acque marine fredde per 10 settimane. Tuttavia, non è stato possibile stabilire con certezza se tale miglioramento dipendesse dall’acqua fredda in sé o da altri fattori come l’attività fisica, il contatto con la natura o il supporto del gruppo sociale. Un’ulteriore indagine apparsa nel gennaio 2023 sulla rivista Biology ha rilevato un calo di tensione emotiva immediatamente dopo il bagno, ma anche in questo caso non è chiaro se l’effetto sia duraturo.
Impatto fisiologico: tra infiammazione e metabolismo
I benefici fisici del bagno in acqua fredda trovano fondamento scientifico soprattutto nella gestione dell’infiammazione localizzata. Il professore Steven K. Malin, della Rutgers University, conferma che il freddo aiuta a ridurre gonfiori e dolori articolari, favorendo un recupero più rapido in caso di lesioni o microtraumi muscolari. Inoltre, l’immersione in acqua gelida può stimolare la circolazione periferica e leggermente accelerare il metabolismo, seppur con un effetto piuttosto limitato: si parla di circa 50 calorie bruciate in più al giorno.
Rischi reali da non sottovalutare
Accanto ai potenziali vantaggi, esistono anche rischi concreti. Il bagno in acqua fredda non è adatto a tutti, specialmente a chi soffre di ipertensione o problemi cardiovascolari, perché può causare un improvviso restringimento dei vasi sanguigni. Inoltre, se praticato troppo frequentemente o per tempi prolungati, può portare a danni ai nervi delle estremità. Haman raccomanda di non superare una sessione settimanale e di limitare l’esposizione a pochi minuti.
Per molte persone, però, questa pratica resta una sfida personale e un momento di connessione profonda con sé stessi. Anche se la ricerca scientifica non ha ancora fornito risposte definitive, l’esperienza soggettiva continua a giocare un ruolo centrale nella sua crescente popolarità.