Sai riconoscere un Riesling da un Sauvignon Blanc? Forse no, ma Badger, Darren, Edison, Hero, Lionel, Peanuts, Schrödinger, Shaun e Thomas sì. Questi nove ratti hanno dimostrato di possedere un talento sorprendente nella degustazione del vino, aprendo la strada a una nuova prospettiva sulla loro capacità olfattiva e cognitiva.
Parlare del gusto o dell’aroma in modo dettagliato è un’abilità tipicamente umana, ma ciò non significa che altri animali non siano in grado di distinguere le diverse sfumature sensoriali del cibo e delle bevande. Se per molte persone riconoscere le sottili differenze tra i vini è un’impresa ardua, per questi piccoli roditori sembra che la carriera di sommelier sia solo all’inizio.
Il potere olfattivo dei ratti
Rispetto agli esseri umani, i ratti possiedono un vantaggio significativo nel mondo degli odori: dispongono di circa 1.200 geni funzionali dedicati ai recettori olfattivi, contro i soli 400 degli esseri umani. Tuttavia, l’uomo compensa questa apparente inferiorità con un’elaborazione cognitiva più avanzata, che include il linguaggio e la categorizzazione sensoriale.
La degustazione del vino è una sfida complessa anche per i non esperti, ed è spesso supportata da descrizioni linguistiche che aiutano a identificare e classificare le diverse caratteristiche aromatiche. Il team di ricerca, però, si è chiesto se i ratti potessero imparare a distinguere due varietà di vino bianco, il Riesling e il Sauvignon Blanc, e successivamente categorizzare nuovi vini sulla base di ciò che avevano appreso.
L’esperimento: ratti alle prese con la degustazione
Nella fase di addestramento, ogni ratto è stato collocato in una scatola dotata di un foro per il naso e di due leve. Attraverso il foro, gli animali potevano annusare otto bicchieri di carta contenenti il vino, suddiviso equamente tra quattro Sauvignon Blanc e quattro Riesling. I ratti sono stati condizionati a riconoscere un particolare tipo di vino associandolo a una ricompensa. In questo modo, hanno iniziato a percepire le differenze olfattive tra le due varietà.
Durante la fase di test, il procedimento è rimasto invariato, ma con una variazione: dopo 5 secondi, se il ratto premeva la leva corretta, riceveva una pallina di zucchero come premio. In caso di errore, la leva si ritraeva, una luce si accendeva e non veniva fornita alcuna ricompensa.
I ratti superano la prova: identificazione e categorizzazione
L’esperimento ha dimostrato che i ratti erano in grado di distinguere con successo le due tipologie di vino bianco. Il tasso di successo nella fase di test ha raggiunto il 94%, indicando che gli animali avevano appreso efficacemente la distinzione tra le due varietà.
Successivamente, il team ha deciso di alzare l’asticella introducendo nuovi vini per valutare se i ratti fossero in grado di classificare autonomamente le bevande in base alle categorie appena apprese. Anche in questa fase i risultati sono stati notevoli: il 65% delle volte i ratti hanno scelto correttamente la categoria di appartenenza del nuovo vino.
“I nostri ratti hanno imparato a riconoscere un profilo olfattivo per i vini Sauvignon Blanc o Riesling e la maggior parte di loro è stata in grado di applicare questa conoscenza anche a nuovi campioni delle stesse varietà,” spiegano gli autori dello studio.
Purtroppo, la ricerca non ha fornito indicazioni su quale vino i ratti ritenessero il migliore in abbinamento con il ratatouille.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Animal Cognition.