Un’epidemia di origine ancora sconosciuta sta mettendo in ginocchio il nord-ovest della Repubblica Democratica del Congo (RDC), dove oltre 50 persone hanno perso la vita e centinaia sono state contagiate dall’inizio di gennaio 2025. Le autorità sanitarie locali e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) monitorano con crescente preoccupazione la situazione, che si sta evolvendo rapidamente nella provincia di Équateur.
Diffusione allarmante e sintomi gravi
Secondo quanto riportato in un bollettino dell’OMS del 16 febbraio, due focolai distinti della malattia sono stati identificati nella regione, con 431 casi accertati e 53 decessi registrati. L’epidemia si sta diffondendo a un ritmo impressionante, mettendo in forte difficoltà i servizi sanitari locali, che non dispongono delle risorse necessarie per gestire un simile afflusso di pazienti.
Nel villaggio di Bomate, una delle aree più colpite, la malattia ha dimostrato un’aggressività allarmante, con quasi la metà dei decessi verificatisi entro 48 ore dalla comparsa dei sintomi. I pazienti manifestano febbre alta, vomito e diarrea, mentre alcuni casi più gravi presentano anche sanguinamenti dal naso e sangue nelle feci e nel vomito, segni che fanno temere un possibile coinvolgimento di un agente emorragico.
Ipotesi sull’origine della malattia
Le prime indagini epidemiologiche suggeriscono che l’epidemia potrebbe essere legata alla morte di tre bambini nel villaggio di Boloko, i quali, secondo alcune testimonianze, avrebbero consumato la carcassa di un pipistrello prima di ammalarsi. Questo dettaglio ha acceso l’attenzione degli esperti, poiché i pipistrelli sono noti per essere serbatoi naturali di virus letali, come Ebola e Marburg, entrambi già presenti in passato nella RDC.
Tuttavia, i test di laboratorio hanno escluso la presenza di questi due virus, aumentando il mistero sulla vera natura della malattia. L’OMS sta considerando diverse diagnosi alternative, tra cui malaria grave, febbre emorragica virale, avvelenamento da cibo o acqua, febbre tifoide e meningite.
Un pericolo sanitario ancora senza risposte
Non è ancora chiaro se i due focolai registrati siano collegati o se si tratti di due eventi distinti. L’OMS ha sottolineato che la mancanza di evidenti legami epidemiologici tra le zone colpite potrebbe indicare due crisi sanitarie separate, rendendo ancora più complesso il contenimento della diffusione.
Questa non è la prima volta che una malattia sconosciuta si diffonde nella RDC. Nel dicembre 2024, nella provincia di Kwango, un’altra epidemia con sintomi come febbre, tosse, debolezza e difficoltà respiratorie aveva generato allarme, prima di essere identificata come un’infezione respiratoria acuta aggravata dalla malaria.
La mancanza di infrastrutture sanitarie adeguate e la rapida progressione dei sintomi rendono questa nuova epidemia un grave rischio per la salute pubblica, mentre la comunità scientifica lavora contro il tempo per identificare l’agente patogeno responsabile.