Dalla collaborazione con Living on Earth, il programma di approfondimento ambientale della radio pubblica statunitense, emerge un’intervista incisiva di Jenni Doering a David Cash, ex amministratore dell’Epa per la Regione 1 – Nuova Inghilterra. Il colloquio, originariamente più esteso, è stato rielaborato per offrire una lettura più fluida senza perdere il senso originario.
Negli ultimi anni, l’ex presidente Joe Biden aveva fatto della giustizia ambientale uno dei pilastri centrali della propria agenda politica, in particolare affidandone la guida all’Epa. Con il ritorno alla presidenza di Donald Trump, la nuova amministrazione sembra intenzionata a cancellare quell’eredità, interrompendo finanziamenti cruciali e chiudendo l’Ufficio per la Giustizia Ambientale. Un cambio di rotta che rischia di avere un impatto devastante per le comunità più vulnerabili.
La distruzione dei programmi di giustizia ambientale e le conseguenze per le comunità svantaggiate
Secondo David Cash, i programmi di giustizia ambientale dell’Epa hanno avuto l’obiettivo di affrontare i danni storici subiti da comunità emarginate, spesso localizzate in prossimità di impianti industriali, centrali elettriche e arterie stradali ad alto traffico. Questi insediamenti sono legati a un’incidenza maggiore di asma, patologie cardiache e tumori tra le popolazioni locali.
Cash sottolinea come negli anni l’Epa abbia finanziato scuolabus elettrici, operazioni per la rimozione dei tubi in piombo, e altri progetti per migliorare la qualità della vita nelle aree urbane e rurali a rischio. La riduzione dei livelli di piombo nel sangue dei bambini è stata una delle conquiste più tangibili di questi programmi. Ora, però, il drastico taglio dei fondi e la diminuzione del personale stanno bloccando questi interventi, mettendo a rischio la salute pubblica.
La negazione politica della giustizia ambientale: l’approccio ideologico della nuova amministrazione
L’attuale amministratore dell’Epa, Lee Zeldin, ha liquidato la giustizia ambientale come una “cosiddetta” priorità. David Cash denuncia che tale atteggiamento riflette un approccio ideologico, distante dalla scienza e dalle evidenze. Secondo l’ex commissario, questa politica privilegia gli interessi delle industrie inquinanti, delle compagnie di combustibili fossili e dei produttori di sostanze chimiche tossiche a discapito della salute dei cittadini, della qualità dell’aria e della purezza delle acque.
Cash ribadisce che i programmi EJ (Environmental Justice) hanno prodotto risultati concreti e benefici documentati, non solo in termini di salute, ma anche come opportunità economiche per le comunità più svantaggiate.
La correlazione tra razza, reddito e inquinamento: il caso di Springfield, Massachusetts
L’ex amministratore della Regione 1 dell’Epa evidenzia come la razza e il reddito siano due variabili che si sovrappongono spesso nella mappatura dei carichi ambientali. Springfield, nel Massachusetts, è citata come esempio emblematico: una città con un reddito medio familiare pari alla metà della media statale, abitata in prevalenza da minoranze etniche. Qui si registrano alcuni dei tassi di asma infantile più elevati degli Stati Uniti.
I finanziamenti federali per la giustizia ambientale hanno permesso alla città di intraprendere interventi radicali, come la riqualificazione energetica degli edifici pubblici, l’introduzione di mezzi elettrici per la flotta municipale e la bonifica degli impianti domestici contaminati da piombo e muffe. Azioni che non solo migliorano la salute pubblica, ma producono risparmi destinabili ad altri settori, come l’istruzione. L’interruzione di questi programmi, secondo Cash, equivale a soffocare queste possibilità di rinascita.
Il blocco dei finanziamenti per la rimozione dei tubi in piombo: un attacco alla salute pubblica
La cancellazione dei fondi per sostituire le vecchie condutture in piombo rappresenta, per Cash, un atto gravissimo. L’esposizione al piombo nell’acqua potabile comporta seri danni allo sviluppo neurologico dei bambini, generando difficoltà di apprendimento, disturbi comportamentali e altre patologie croniche.
Questi investimenti, obbligatori per legge grazie agli stanziamenti del Congresso, vengono ora congelati o ritirati, un atto che Cash definisce illegale. Le città e i piccoli comuni resteranno senza i mezzi per garantire acqua potabile sicura, e aumenteranno le diseguaglianze già esistenti.
La falsa delega di responsabilità agli stati: un sistema che non regge
Il tentativo dell’amministrazione Trump di scaricare sugli stati federati le competenze della protezione ambientale non convince David Cash. L’Epa federale, afferma, ha sempre agito in collaborazione con gli enti locali, ma il suo ruolo guida è essenziale.
Senza i finanziamenti, il monitoraggio scientifico e il supporto tecnico forniti dall’Epa, gli stati si troveranno impossibilitati a intervenire efficacemente. La chiusura dell’Ufficio di Ricerca e Sviluppo dell’Epa, che coinvolge circa 1.500 scienziati, priverà il sistema di competenze fondamentali per identificare e affrontare l’inquinamento industriale, i rischi sanitari e la contaminazione dell’acqua.
La rimozione del database EJScreen: oscurare i dati per spegnere la consapevolezza pubblica
L’eliminazione di EJScreen, il sistema di mappatura che permetteva a cittadini e istituzioni di individuare le aree a rischio ambientale, rappresenta per Cash un altro passo indietro. Questo strumento basato su dati scientifici raccolti in decenni consentiva di pianificare interventi mirati in base a indicatori ambientali e sociali, come il tasso di asma, la presenza di siti contaminati e i livelli di reddito.
La sua rimozione impedisce di rendere trasparenti le informazioni e rafforza l’impunità degli inquinatori. Senza dati affidabili, diventa più difficile mobilitare risorse e proteggere le comunità più colpite.
L’ufficio di giustizia ambientale: una storia decennale ora a rischio
Fondato oltre trent’anni fa dall’allora presidente George H. W. Bush, l’Ufficio per la Giustizia Ambientale dell’Epa ha attraversato periodi di maggiore e minore attenzione politica. Negli ultimi quattro anni, sotto l’amministrazione Biden, ha favorito investimenti strategici in stati rossi e blu, aree rurali e zone agricole, migliorando la qualità dell’aria, la salubrità delle acque e creando nuove opportunità occupazionali.
Oggi, questa infrastruttura pubblica rischia lo smantellamento, con conseguenze che potrebbero penalizzare soprattutto le comunità emarginate e le aree più vulnerabili del paese.
Il crollo della fiducia pubblica nell’Epa: la democrazia ambientale in pericolo
L’erosione della fiducia pubblica nell’Epa è ormai evidente. Quando Cash ha iniziato a lavorare nella Regione 1, le comunità locali erano scettiche ma pronte a collaborare grazie all’arrivo di fondi federali e assistenza tecnica. Ora, il ritiro dei programmi e la manipolazione delle evidenze scientifiche aumentano il sospetto e la sfiducia.
Secondo Cash, minare la scienza, ignorare le leggi del Congresso e oscurare gli strumenti di trasparenza pubblica non solo compromette la protezione ambientale, ma mette in discussione i principi democratici su cui si fonda il sistema americano.