Mangiare insieme ad altri può fare la differenza per il nostro equilibrio psicologico. Secondo il recente World Happiness Report, diffuso il 20 Marzo 2025 dal Wellbeing Research Centre dell’Università di Oxford, condividere i pasti ha un impatto significativo sul livello di felicità percepito in tutto il mondo.
L’analisi, frutto della collaborazione tra Università di Oxford, Università di Harvard, Global University di Londra (UCL) e Gallup, Inc., ha preso in considerazione i dati raccolti nel 2022 e 2023 in 142 paesi. L’obiettivo? Scoprire quanto il semplice gesto di sedersi a tavola con qualcuno possa incidere sul nostro benessere mentale, a confronto con indicatori come il reddito o la condizione lavorativa.
Condivisione dei pasti: un indicatore di felicità più forte del reddito
Gli studiosi hanno analizzato oltre 150.000 risposte, ponendo ai partecipanti una domanda chiave: “Quanto sei soddisfatto della tua vita, da 0 (la peggiore) a 10 (la migliore)?” Il risultato ha sorpreso perfino i ricercatori. Chi mangia abitualmente in compagnia riporta livelli di soddisfazione personale decisamente più elevati rispetto a chi consuma i pasti da solo.
Alberto Prati, co-autore dello studio presso la UCL Arts & Humanities, ha sottolineato in un comunicato stampa quanto la forza del legame tra pasti condivisi ed emozioni positive sia stata sorprendente. Il dato più interessante è che la frequenza con cui si condividono i pasti è tanto rilevante quanto il reddito e, in alcuni casi, persino più influente rispetto allo status occupazionale.
Le differenze geografiche: chi condivide di più
In America Latina e nei Caraibi, le persone condividono in media ben nove pasti alla settimana. Seguono da vicino Europa occidentale, Australia, Nuova Zelanda e Nord America, con una media di otto pasti condivisi settimanali. Nell’Asia meridionale, la media si attesta intorno ai sette pasti, mentre in Asia orientale si scende a poco meno di sei.
Negli Stati Uniti, la tendenza opposta preoccupa i ricercatori. I dati tratti dall’American Time Use Survey (2003-2023) mostrano un aumento impressionante del consumo di pasti in solitudine. Nel 2023, il 26% degli americani ha dichiarato di mangiare regolarmente da solo, un incremento del 50% rispetto al 2003. Questo fenomeno riguarda soprattutto gli over 65, ma negli ultimi anni si è esteso in modo significativo anche agli under 35.
Cambiamenti sociali e pandemia: le cause dell’aumento dei pasti solitari
I ricercatori ipotizzano che la crescita del consumo solitario di cibo negli Stati Uniti sia una conseguenza diretta dei mutamenti sociali e di un progressivo declino del capitale sociale. L’inizio del 2020 ha rappresentato una svolta importante: la pandemia ha accelerato abitudini già in evoluzione, spingendo sempre più persone a isolarsi anche durante i pasti.
Secondo Alberto Prati, questo cambiamento riflette un indebolimento delle relazioni sociali e delle reti di supporto comunitarie, elementi fondamentali per il funzionamento di una società. Prati ha inoltre evidenziato che il numero di pasti condivisi può rappresentare un nuovo e promettente parametro comparativo da utilizzare nella ricerca sociale a livello globale.
Il ruolo delle abitudini alimentari nella percezione della felicità
Il rapporto, pubblicato ogni primavera dal Wellbeing Research Centre insieme al UN Sustainable Development Solutions Network e a un comitato editoriale indipendente, quest’anno ha scelto di concentrarsi sull’effetto della cura, della fiducia e della generosità nel determinare il benessere collettivo. In quest’ottica, la condivisione dei pasti emerge come uno dei comportamenti più semplici ma profondamente incisivi nella qualità della vita percepita.
Anche se storicamente già si conosceva l’importanza delle relazioni sociali, questa è la prima volta che un’indagine globale conferma scientificamente quanto i pasti condivisi possano essere un vero e proprio indicatore del livello di felicità.