Un innovativo trattamento basato su cellule staminali ha dimostrato di poter rigenerare la cornea in casi di danni precedentemente ritenuti permanenti. La tecnica sperimentale, sviluppata dai ricercatori del Massachusetts Eye and Ear, ha mostrato un tasso di successo del 92% in uno studio clinico condotto su 14 pazienti. I risultati, pubblicati sulla prestigiosa rivista Nature Communications, aprono nuove prospettive nel trattamento delle gravi lesioni oculari.
Un nuovo approccio alla rigenerazione della cornea
La cornea, la sottile membrana trasparente che ricopre la parte anteriore dell’occhio, svolge un ruolo essenziale nella visione. Normalmente, il suo bordo è ricco di cellule staminali, fondamentali per la rigenerazione della superficie oculare. Tuttavia, in seguito a traumi, ustioni o infezioni, queste cellule possono esaurirsi, rendendo impossibile la guarigione e compromettendo irreversibilmente la vista.
Per affrontare questo problema, il team di ricerca guidato da Ula Jurkunas ha sviluppato una strategia innovativa: prelevare cellule staminali dall’occhio sano del paziente, coltivarle in laboratorio per 2-3 settimane e poi trapiantarle chirurgicamente nell’occhio danneggiato. Il trattamento, denominato Calec, si è dimostrato altamente efficace nel favorire il ripristino della cornea.
I risultati dello studio clinico
Lo studio clinico ha coinvolto 14 pazienti, sottoposti al trapianto di cellule staminali e monitorati per 18 mesi. I dati raccolti hanno evidenziato che:
- Dopo 3 mesi, il 50% dei pazienti aveva già recuperato una cornea completamente rigenerata.
- A 18 mesi, la percentuale di successo è salita al 77%.
- Considerando anche due pazienti che hanno ottenuto un recupero parziale, il trattamento ha raggiunto un tasso di efficacia del 92%.
L’intervento si è rivelato sicuro, con un solo caso di infezione batterica attribuita all’uso frequente di lenti a contatto.
Prossimi passi e prospettive future
Nonostante i risultati incoraggianti, la terapia è ancora in fase sperimentale e necessita di ulteriori studi prima di poter ottenere l’approvazione della Food and Drug Administration (FDA) per un’applicazione su larga scala. Se convalidata, questa tecnica potrebbe rivoluzionare il trattamento delle lesioni corneali gravi, offrendo una soluzione efficace anche a chi, fino a oggi, non poteva beneficiare del classico trapianto di cornea.