Negli abissi delle acque australiane, il polpo dalle linee blu (Hapalochlaena fasciata) si distingue per un comportamento che sfida le leggi della selezione naturale. I maschi, pur di garantire la propria sopravvivenza durante l’accoppiamento, ricorrono a una strategia che ha dell’incredibile: utilizzano la loro neurotossina per paralizzare temporaneamente le femmine, riducendo così il rischio di venire uccisi e divorati.
I ricercatori hanno scoperto che questa specie di polpo, famosa per la sua pericolosità verso l’uomo a causa della presenza di tetrodotossina (TTX), impiega il veleno anche in un contesto riproduttivo. Se, infatti, è noto che la neurotossina serve per difendersi dai predatori o per catturare le prede, sorprende il fatto che i maschi la utilizzino per sedare le loro compagne durante l’accoppiamento. È un approccio estremo, ma necessario: senza questa difesa chimica, la femmina, affamata e due volte più grande del maschio, potrebbe trasformarsi in una predatrice implacabile.
Un incontro pericoloso tra maschio e femmina
Durante il corteggiamento, il maschio di H. fasciata si avvicina con cautela alla femmina. Gli studiosi hanno osservato che il maschio morde la base dell’aorta della compagna proprio all’inizio dell’interazione, iniettando la tetrodotossina e provocando uno stato di paralisi che impedisce alla femmina di opporre resistenza o di attaccare. L’effetto del veleno rallenta drasticamente la respirazione della femmina, fino a fermarla del tutto per quasi un’ora. In questo intervallo, il maschio trasferisce con sicurezza il proprio spermatoforo, completando il processo di fecondazione.
L’apparente immobilità della femmina si manifesta in modo evidente: la sua colorazione sbiadisce, le pupille si contraggono e smettono di rispondere agli stimoli luminosi. La strategia non è fine a sé stessa, ma consente al maschio di allontanarsi prima che la femmina si riprenda e reagisca. Nonostante questa tattica di fuga, pare che molti maschi di polpo a linee blu si accoppino una sola volta nella vita, rendendo la sopravvivenza a quell’unico incontro un imperativo biologico.
Una battaglia evolutiva tra tossine e difese
Le ghiandole salivari dei maschi, responsabili della produzione della TTX, sono significativamente più sviluppate rispetto a quelle delle femmine. Questo dimostra quanto la produzione di veleno sia fondamentale non solo per la caccia, ma anche per la sopravvivenza durante la riproduzione. Secondo gli studiosi, si è innescata una vera e propria corsa agli armamenti evolutiva tra i sessi: mentre le femmine hanno sviluppato una resistenza parziale alla tetrodotossina per proteggersi, i maschi hanno incrementato la quantità di veleno prodotta, bilanciando il rischio di uccidere accidentalmente la partner.
A differenza di altri polpi, in cui il dimorfismo sessuale è estremo, le femmine di Hapalochlaena fasciata pesano solo il doppio dei maschi, ma ciò le rende comunque abbastanza forti da rappresentare un pericolo. Nonostante la moderata differenza di taglia, il cannibalismo sessuale rimane una minaccia concreta.
L’amore come atto di sopravvivenza
L’accoppiamento tra i polpi a linee blu non è mai privo di rischi. I maschi vanno incontro a un intenso sforzo fisico, passando da una frequenza respiratoria di 20-25 atti al minuto a ben 35-45. Al contrario, la femmina entra in uno stato di apnea, immobilizzata dall’effetto del veleno. Il maschio completa il trasferimento del pacchetto di sperma durante questo periodo di vulnerabilità della compagna, sapendo che la finestra temporale è limitata: la femmina, una volta ripresa, lo scaccerà e potrebbe perfino tentare di mangiarlo.
Le ferite inflitte dai morsi maschili non guariscono immediatamente. Le femmine portano il segno della puntura sull’aorta per almeno tre giorni dopo l’accoppiamento. La precisione è fondamentale: se il maschio manca l’aorta, l’effetto paralizzante dura solo 35 minuti, dimezzando il tempo a disposizione per concludere la copula e scappare.
Un veleno letale anche per l’uomo
La tetrodotossina è una delle neurotossine più potenti conosciute e ha dimostrato di essere mortale anche per gli esseri umani. Nonostante il peso ridotto di un polpo a linee blu adulto, che non supera i 50 grammi, esistono documentazioni di morsi fatali su persone che si sono avvicinate incautamente a questi animali, anche se la maggior parte dei morsi avviene lontano da punti critici come l’aorta.
Curiosamente, un comportamento simile è stato osservato anche in alcuni scorpioni maschi, che pungono le loro partner per ridurre l’aggressività durante l’accoppiamento. Anche in quel caso, il fine è sopravvivere a un incontro che potrebbe trasformarsi in un banchetto mortale.
Lo studio completo di questa straordinaria dinamica è stato pubblicato sulla rivista Current Biology, offrendo una nuova e inquietante visione delle strategie riproduttive adottate da uno dei più affascinanti e letali abitanti degli oceani.