Nel Regno Unito, un fenomeno allarmante sta colpendo la popolazione di merli. La diffusione del virus Usutu, un patogeno letale per alcune specie di uccelli, ha portato a un drastico calo numerico, con un declino che in alcune zone, come Londra, ha superato il 40% dal 2018. Questo scenario preoccupa non solo per la perdita di biodiversità, ma anche perché il virus Usutu potrebbe anticipare l’arrivo di un pericolo ben più grande: il virus del Nilo occidentale, una malattia che può colpire anche gli esseri umani.
Il virus Usutu: un’infezione mortale per i merli
Identificato per la prima volta in Sudafrica nel 1959, il virus Usutu si è diffuso in diverse parti dell’Europa, raggiungendo il Regno Unito nel 2020. Questo virus colpisce soprattutto gli uccelli, in particolare i merli, provocando epidemie che ne riducono drasticamente il numero.
Il biologo Hugh Hanmer, del British Trust for Ornithology, sottolinea che il declino della popolazione di merli nel Regno Unito è coinciso con la comparsa del virus Usutu. L’infezione è particolarmente aggressiva per questi uccelli, che spesso muoiono in massa nelle aree colpite.
Per gli esseri umani e i mammiferi, il virus Usutu rappresenta un rischio minimo. Le infezioni nell’uomo sono rare e causano sintomi lievi come febbre e malessere generale. Tuttavia, il suo arrivo nel Regno Unito ha segnato un punto di svolta: è la prima volta che un virus trasmesso dalle zanzare emerge nella fauna locale, sollevando timori per l’introduzione di altri agenti patogeni più pericolosi.
Il virus del Nilo occidentale: una minaccia imminente
Secondo Arran Folly, esperto dell’Agenzia per la Salute degli Animali e delle Piante del Regno Unito (APHA), la diffusione di Usutu potrebbe essere un precursore dell’arrivo del virus del Nilo occidentale. Le stesse zanzare che trasmettono Usutu sono infatti in grado di diffondere il Nilo occidentale, e gli stessi uccelli che fungono da ospiti per il primo virus possono ospitare anche il secondo.
Il virus del Nilo occidentale, a differenza di Usutu, può avere conseguenze molto più gravi sugli esseri umani. Mentre circa il 20% degli infetti sviluppa sintomi come febbre, mal di testa, dolori muscolari, vomito e diarrea, nei casi più severi può causare encefalite e meningite, con un potenziale esito fatale. Al momento, non esiste alcun vaccino per gli esseri umani.
Il cambiamento climatico favorisce la diffusione dei virus
Gli scienziati ritengono che l’aumento delle temperature stia creando condizioni favorevoli per la diffusione del virus del Nilo occidentale nel Regno Unito. Nei Paesi Bassi, il virus Usutu è stato rilevato per la prima volta nel 2016, mentre il virus del Nilo occidentale è comparso nel 2020. Questo stesso schema potrebbe replicarsi nel Regno Unito, dove il clima sta diventando sempre più adatto alla proliferazione delle zanzare vettori.
La ricercatrice Reina Sikkema, del Centro Medico dell’Università Erasmus di Rotterdam, avverte che il virus del Nilo occidentale potrebbe già essere presente a bassi livelli, pronto a diffondersi non appena si verificheranno le condizioni climatiche ideali. Le notti tropicali, in cui la temperatura minima non scende sotto i 20°C, stanno diventando più frequenti in diverse regioni dell’Europa settentrionale, aumentando così il rischio di un’epidemia.
Il Regno Unito corre ai ripari con un monitoraggio intensificato
Per far fronte a questa minaccia, l’APHA ha lanciato un progetto nel 2023 per monitorare la presenza e la diffusione di Usutu e di altri virus trasmessi dalle zanzare negli uccelli selvatici. L’obiettivo è quello di individuare rapidamente eventuali nuovi virus prima che possano rappresentare un pericolo per gli esseri umani.
Nonostante il rischio sanitario, gli esperti ricordano che la perdita massiccia di merli è già un problema allarmante. Arran Folly sottolinea con un esempio drastico l’impatto della situazione: “Se il 40% degli esseri umani morisse a Londra, te ne accorgeresti abbastanza rapidamente.”