L’incredibile connessione tra gli equini a strisce e i giganti dal collo lungo ripresa per la prima volta nel Parco Hluhluwe-iMfolozi, in Sudafrica
Zebre e giraffe: un’alleanza naturale svelata dalle telecamere nascoste
Nelle vaste distese delle savane del Sudafrica, un sorprendente legame di mutuo soccorso tra zebre delle pianure ed eleganti giraffe è stato immortalato per la prima volta grazie all’uso di microtelecamere installate su alcuni esemplari di Equus quagga. Il risultato di questa ricerca, pubblicato nell’edizione di Aprile di American Naturalist, ha rivelato come questi due erbivori, spesso visti insieme, non solo condividano gli spazi ma sincronizzino i loro spostamenti e le pause per nutrirsi.
Videocamere sui collari delle zebre: il progetto di ricerca tra Montpellier e Guelph
La ricerca è stata condotta da Romain Dejeante, oggi affiliato all’Università di Guelph in Canada, insieme a Marion Valeix e Simon Chamaillé-Jammes, entrambi studiosi del Centro per l’Ecologia Funzionale ed Evolutiva di Montpellier in Francia. Per raccogliere le immagini, i ricercatori hanno fissato collari con telecamere su sei zebre selvatiche nel Parco Hluhluwe-iMfolozi, un’area protetta istituita oltre 130 anni fa, situata nell’Africa sudorientale, a circa tre ore di auto da Durban, lungo la costa dell’Oceano Indiano.
Le videocamere, attive per diverse settimane, hanno permesso di documentare quotidianamente i movimenti degli equini e di scoprire che questi ultimi trascorrono circa il 25% delle ore diurne accanto ad altre specie di erbivori. Tuttavia, le interazioni più strette e prolungate si verificano con le giraffe (Giraffa camelopardalis), con cui le zebre condividono in media 2,2 ore al giorno, quasi il doppio del tempo passato con altri ungulati, come impala, bufali e gnu.
La protezione reciproca tra zebre e giraffe: il valore del branco misto
La vicinanza tra zebre e giraffe non è casuale, ma rappresenta una strategia difensiva contro i predatori che popolano il territorio, come leoni e iene maculate. La notevole altezza delle giraffe, insieme alla loro vista acuta, consente di individuare pericoli a grande distanza, mentre le zebre, grazie al numero e ai movimenti rapidi, formano un muro difensivo vivace, capace di disorientare eventuali predatori e ridurre il rischio per ogni singolo animale.
Secondo Dejeante, questa relazione aumenta significativamente le possibilità di sopravvivenza di entrambe le specie. Le giraffe, pur essendo alte e robuste, non sono invulnerabili, soprattutto quando si abbassano per bere o quando i cuccioli sono vulnerabili. La presenza delle zebre, che mantengono alta l’attenzione collettiva, crea un ambiente più sicuro anche per i giganti erbivori.
Movimenti coordinati e alimentazione sincronizzata: il comportamento rivelato dai video
Le riprese effettuate nel Parco Hluhluwe-iMfolozi hanno mostrato una sincronizzazione sorprendente tra le zebre e le giraffe, che non si limitano a stazionare nello stesso luogo, ma camminano e si nutrono fianco a fianco, spesso muovendosi insieme attraverso le savane cespugliose e le praterie collinari. Questo comportamento coordinato, documentato per la prima volta dalle telecamere installate sui collari degli equini, suggerisce un elevato livello di cooperazione spontanea.
Melissa Schmitt, esperta di mammiferi africani presso l’Università del North Dakota a Grand Forks, ha sottolineato l’importanza dell’uso delle videocamere nel svelare dettagli mai osservati prima, affermando che queste tecnologie offrono uno sguardo diretto dal punto di vista dell’animale, aprendo nuove frontiere nella comprensione dei processi decisionali della fauna selvatica.
Il significato ecologico delle relazioni multispecie
Gli ecologi Simon Chamaillé-Jammes e T. Michael Anderson, quest’ultimo della Wake Forest University a Winston-Salem nella Carolina del Nord, evidenziano come gli ecosistemi africani non siano semplicemente aggregati di specie isolate, ma complessi intrecci di relazioni collaborative. Proteggere questi equilibri naturali diventa essenziale per la conservazione della biodiversità, poiché la sopravvivenza di ogni animale è intrecciata a quella degli altri.
Le osservazioni sulle zebre delle pianure e sulle giraffe del Sudafrica dimostrano quanto sia fondamentale il mantenimento delle comunità multispecie. La cooperazione naturale tra erbivori rivela dinamiche invisibili a occhio nudo, ma cruciali per l’equilibrio degli habitat africani, sottolineando ancora una volta come il cosiddetto “cerchio della vita” sia una realtà biologica intricata e non solo un’invenzione cinematografica.