Da oltre un decennio, Wasp-43b continua a incuriosire gli astronomi per le sue caratteristiche uniche. Scoperto nel 2011 grazie all’array di telescopi Wasp (Wide Angle Search for Planets), questo esopianeta si trova a circa 280 anni luce dalla Terra ed è classificato come un gioviano caldo, ovvero un pianeta gassoso con temperature estreme che orbita molto vicino alla sua stella.
Recenti osservazioni condotte con strumenti avanzati, tra cui il telescopio spaziale James Webb e lo spettrografo Harps dell’European Southern Observatory in Cile, hanno rivelato nuove e sorprendenti informazioni sulla sua orbita e sulla sua forma. Il gruppo di ricerca, guidato da Lia Bernabò dell’Istituto di ricerca planetaria del German Aerospace Center (Dlr), ha analizzato i dati e identificato dettagli inaspettati, che mettono in discussione le conoscenze attuali su questo tipo di pianeti.
Un’orbita ellittica e una forma schiacciata
Le nuove misurazioni hanno confermato che Wasp-43b possiede un’orbita ellittica e una forma non perfettamente sferica, con un evidente schiacciamento ai poli. Questo fenomeno è il risultato delle forze di marea esercitate dalla sua stella madre e dalla struttura interna del pianeta, che risulta non omogenea.
Secondo Lorenzo Pino, ricercatore dell’Inaf di Arcetri e coautore dello studio, queste osservazioni rappresentano un’importante scoperta. «Per la prima volta siamo riusciti a misurare una piccola eccentricità nell’orbita di Wasp-43b, rendendolo uno dei pochi gioviani caldi con un’eccentricità confermata. Inoltre, è solo il terzo pianeta in cui è stata misurata la precessione dell’orbita eccentrica, ovvero il lento cambiamento della sua orientazione nel tempo».
Il decadimento mareale e la precessione del perielio
Uno degli aspetti più intriganti emersi dalle analisi riguarda il decadimento mareale: il periodo orbitale di Wasp-43b si sta riducendo di circa due millisecondi all’anno, segno di un’interazione gravitazionale intensa con la sua stella ospite.
Inoltre, è stato osservato un altro fenomeno noto come moto absidale, o precessione del perielio. Questo effetto fa sì che il punto più vicino della sua orbita alla stella si sposti continuamente nel tempo, proprio come accade a Mercurio nel nostro Sistema solare. La causa di questa precessione potrebbe risiedere nella distribuzione della massa del pianeta e della stella, oppure nelle influenze gravitazionali di altri corpi celesti.
Un periodo di rotazione sorprendentemente breve
Uno degli aspetti più sconcertanti emersi dallo studio riguarda la velocità di rotazione di Wasp-43b. I modelli tradizionali prevedevano che il pianeta avesse subito il cosiddetto blocco mareale, ovvero che il suo periodo di rotazione fosse sincronizzato con quello orbitale, risultando in circa 19 ore. Tuttavia, le nuove analisi suggeriscono che il pianeta ruoti su sé stesso in sole tre o quattro ore, un valore drasticamente inferiore alle precedenti stime.
Secondo il team di ricerca, questa anomalia potrebbe essere spiegata ipotizzando una storia evolutiva turbolenta, segnata da possibili collisioni con altri pianeti. «Tutti i dati disponibili possono essere spiegati se Wasp-43b ha avuto un passato fuori dall’ordinario», afferma Pino. «Se le nostre analisi saranno confermate, potremmo trovarci di fronte a un’importante lacuna nella nostra comprensione della struttura interna e della formazione dei giganti gassosi caldi».
Nuove missioni per svelare il mistero
La ricerca su Wasp-43b è ancora in corso, e future missioni spaziali, come Plato, potrebbero fornire ulteriori dettagli su questo e altri esopianeti simili. Comprendere meglio il comportamento di questi giganti gassosi estremi potrebbe rivoluzionare le nostre conoscenze sui pianeti al di fuori del Sistema solare, aprendo nuovi scenari nella caccia ai mondi alieni.