L’annuncio ufficiale dell’uscita degli Stati Uniti dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), voluto dal presidente Donald Trump, avrà ripercussioni globali, rendendo il pianeta meno sicuro e minando la leadership americana in ambito sanitario e scientifico. Questa mossa rischia di penalizzare la ricerca e le aziende farmaceutiche statunitensi, oltre a isolare Washington dalle decisioni chiave sulla salute pubblica mondiale.
A sottolineare la gravità della decisione è un editoriale pubblicato su Science, firmato da Lawrence O. Gostin, docente di diritto della salute pubblica alla Georgetown University, e Benjamin Mason Meier, esperto di politica sanitaria globale alla University of North Carolina di Chapel Hill. Gli studiosi evidenziano il ruolo storico degli Stati Uniti nella fondazione dell’Oms, nonché il contributo determinante del paese a importanti successi sanitari, tra cui l’eradicazione del vaiolo.
Perdita di influenza nelle decisioni sanitarie globali
L’uscita degli Stati Uniti dall’Oms rappresenta una cesura storica che priverebbe Washington del proprio potere di voto all’interno dell’Assemblea mondiale della sanità, il principale organo decisionale dell’agenzia. Questo comporterebbe una drastica riduzione della capacità statunitense di influenzare l’agenda sanitaria mondiale, proteggere i propri interessi strategici e proporre riforme fondamentali all’interno dell’organizzazione.
Gli Stati Uniti si ritroverebbero spettatori passivi mentre il resto del mondo prende decisioni cruciali, tra cui la definizione di un nuovo trattato sulle pandemie e la scelta del prossimo direttore generale dell’Oms nel 2027. Inoltre, l’assenza di Washington potrebbe compromettere l’elaborazione di standard scientifici globali, con un impatto diretto sulla sicurezza sanitaria internazionale e sulla politica estera statunitense.
Implicazioni per la ricerca e l’industria farmaceutica americana
Le conseguenze di questa decisione si faranno sentire anche all’interno degli Stati Uniti, mettendo a rischio il funzionamento delle proprie agenzie sanitarie e penalizzando il settore farmaceutico. Secondo l’editoriale pubblicato su Science, il distacco dall’Oms potrebbe limitare l’accesso alle reti di sorveglianza epidemiologica, ai campioni di patogeni e ai dati genomici, fondamentali per lo sviluppo di terapie e vaccini.
Uno degli effetti più immediati potrebbe riguardare la gestione dell’influenza aviaria H5N1, che ha colpito il bestiame negli Stati Uniti. Gli scienziati americani avrebbero infatti meno accesso al Global Influenza Surveillance and Response System, un’infrastruttura cruciale per sviluppare contromisure salvavita contro il virus e garantire la produzione dei vaccini stagionali.
Impatto geopolitico: un’America sempre più isolata
Se gli Stati Uniti dovessero diventare l’unico grande paese escluso dall’Oms, la loro posizione sulla scena internazionale ne uscirebbe gravemente indebolita. Gli alleati occidentali potrebbero iniziare a considerare Washington un partner inaffidabile, mentre i paesi in via di sviluppo vedrebbero in questa scelta una conferma della distanza crescente tra gli Stati Uniti e il cosiddetto Sud del mondo.
Secondo l’editoriale, la mossa di Trump potrebbe alimentare una narrazione secondo cui Washington non è più un attore leale all’interno delle dinamiche geopolitiche globali. Questo scenario finirebbe per indebolire la diplomazia statunitense e ridurre l’influenza americana su temi cruciali legati alla salute globale.
Parallelamente, la mancanza di finanziamenti e guida politica da parte degli Stati Uniti potrebbe compromettere gravemente l’efficacia dell’Oms, riducendone la capacità di monitorare, segnalare e rispondere alle emergenze sanitarie internazionali.