La rivista Science ha criticato duramente la scelta di Donald Trump di ritirare gli Stati Uniti dagli Accordi di Parigi, definendola una “cattiva idea”. In un editoriale, la prestigiosa pubblicazione scientifica ha sottolineato come questa decisione rappresenti un attacco alla credibilità della scienza e una pericolosa confusione tra ideologia politica e dati oggettivi. Secondo Science, il dibattito sul cambiamento climatico non dovrebbe essere ridotto a una questione di opinioni, ma basarsi esclusivamente su prove scientifiche solide.
Trump tra ideologia e negazione scientifica
Fin dall’inizio del suo mandato, Trump ha cercato di smantellare molte delle politiche ambientali precedentemente adottate, utilizzando una narrazione che mescola fatti provati e affermazioni infondate. Il ritiro dagli Accordi di Parigi, uno dei primi provvedimenti presi attraverso ordini esecutivi, è stato giustificato dal presidente con l’idea che tale accordo fosse “ingiusto” e dannoso per l’economia americana. Secondo lui, l’intesa avrebbe comportato una massiccia redistribuzione della ricchezza dagli Stati Uniti verso altre nazioni, in particolare quelle in via di sviluppo.
Tuttavia, per Science, questa visione non è solo errata, ma rappresenta un tentativo deliberato di minare la credibilità scientifica. Analizzando i numerosi post sui social media pubblicati da Trump, emerge chiaramente la sua intenzione di mettere in dubbio il consenso scientifico sulla responsabilità umana nella crisi climatica.
Scienza e politica: un contrasto sempre più marcato
La questione climatica si inserisce in una più ampia battaglia politica che ha origine negli anni ‘80, durante la presidenza di Ronald Reagan. Inizialmente vicino alle tematiche ambientali, Reagan cambiò posizione, adottando un atteggiamento scettico verso la regolamentazione ecologica. Questa contrapposizione tra scienza e politica si è poi accentuata con figure come Al Gore, che ha fatto della lotta ai cambiamenti climatici un cavallo di battaglia.
Secondo Science, i Democratici tendono a sostenere una maggiore partecipazione degli scienziati nel dibattito pubblico, mentre i Repubblicani insistono sul fatto che la scienza debba rimanere separata dalle decisioni politiche. Tuttavia, nel mondo scientifico esiste una chiara distinzione tra fatti e opinioni personali, una separazione che spesso viene ignorata da chi fa politica.
L’editoriale della rivista mette in guardia i cittadini dalla pericolosa cortina di fumo creata da questa strategia di disinformazione, sottolineando l’importanza di continuare a basare le decisioni sul clima su dati scientifici e non su interessi politici di parte.