La “danza” delle tartarughe svela indizi sulla loro straordinaria capacità di orientamento
Nel cuore dei laboratori dell’Università della Carolina del Nord a Chapel Hill, il biologo Ken Lohmann e il suo team hanno osservato un comportamento insolito e affascinante nelle giovani tartarughe marine Caretta caretta: una sorta di “danza” acquatica che ha fornito nuove chiavi di lettura sui misteri della loro navigazione nei vasti oceani.
Quando queste piccole nuotatrici, nate per affrontare viaggi transoceanici, imparano ad associare l’arrivo del cibo con determinati stimoli esterni, il loro entusiasmo prende forma in un rituale motorio caratterizzato da movimenti frenetici di pinne, testoline che emergono ripetutamente dall’acqua e piroette eseguite con sorprendente energia.
Ken Lohmann, che da decenni studia l’orientamento delle tartarughe lungo le coste dell’Atlantico, descrive così questo fenomeno: «Si tratta di una reazione istintiva che compare rapidamente negli esemplari più giovani, specialmente in ambiente controllato. Quando comprendono che il cibo viene dall’alto, entrano in uno stato di eccitazione evidente, sbattendo le pinne, ruotando su se stesse e puntando verso la superficie».
Campi magnetici e cibo: l’esperimento che ha aperto nuovi orizzonti
I ricercatori hanno intuito che questa “danza alimentare” potesse rappresentare uno strumento ideale per testare le abilità delle tartarughe nel riconoscere i campi magnetici terrestri, già noti per essere fondamentali durante le loro lunghe migrazioni verso luoghi di nidificazione come le spiagge di Capo Verde e le coste della Florida.
All’interno di speciali vasche sperimentali, avvolte da bobine che generavano specifici campi geomagnetici, sono state collocate giovani Caretta caretta. Due campi differenti sono stati simulati, ma solo uno veniva associato al rilascio del cibo.
Col tempo, le tartarughe hanno imparato a collegare il campo magnetico artificiale all’arrivo del pasto, riproducendo il celebre meccanismo del riflesso condizionato studiato dal fisiologo Ivan Pavlov con i suoi cani.
Kayla Goforth, biologa della Texas A&M University, spiega: «Abbiamo dimostrato che le tartarughe riescono ad apprendere e riconoscere segnali geomagnetici, associandoli a ricompense alimentari. È una conferma diretta delle loro capacità cognitive legate ai campi magnetici».
L’esperimento con il campo magnetico di Capo Verde: il richiamo della migrazione
Un passaggio decisivo si è avuto quando il team ha replicato il campo magnetico naturale delle Isole di Capo Verde, uno dei luoghi chiave nel percorso migratorio delle tartarughe dell’Atlantico centro-orientale.
Nonostante non avessero mai nuotato in quelle acque, le giovani Caretta caretta sottoposte a quel campo hanno mostrato una tendenza a muoversi verso sud-ovest, proprio come farebbero le tartarughe adulte durante le migrazioni verso le acque subtropicali.
Quando altre tartarughe sono state condizionate ad associare il campo magnetico di Capo Verde al cibo, il comportamento danzante è apparso nuovamente, confermando la correlazione tra stimoli geomagnetici e risposte motorie apprese.
Due sensi magnetici distinti: mappa e bussola
Una delle questioni più dibattute tra gli studiosi riguarda il modo in cui le tartarughe marine percepiscono il campo magnetico terrestre. Alcune ipotesi suggeriscono che il meccanismo risieda in particolari reazioni chimiche a livello oculare, alterate dall’interazione con il magnetismo ambientale.
Per verificare questa teoria, il gruppo di Ken Lohmann ha applicato un campo oscillante a radiofrequenza, capace di interferire con le reazioni biochimiche associate alla magnetorecezione chimica.
Il risultato è stato sorprendente. Anche in presenza del campo oscillante, le tartarughe hanno continuato a riconoscere la “firma magnetica” di Capo Verde, dimostrando che il senso della mappa posizionale non dipende da questo sistema chimico. Tuttavia, il campo oscillante ha disorientato le tartarughe, che hanno iniziato a muoversi in direzioni casuali, indicando che il senso della bussola magnetica – quello che indica la direzione, ad esempio il sud-ovest – potrebbe effettivamente essere influenzato dal processo chimico.
Ken Lohmann chiarisce così la scoperta: «Abbiamo evidenziato la presenza di due sistemi separati. Il primo, il senso della mappa magnetica, consente alle tartarughe di individuare la propria posizione geografica, come se disponessero di un GPS naturale. Il secondo, il senso della bussola magnetica, indica la direzione del nuoto e dipende probabilmente dal meccanismo chimico di ricezione magnetica».
Come le tartarughe trovano i luoghi cruciali del loro ciclo vitale
Le implicazioni di questa ricerca potrebbero riscrivere alcune conoscenze sui comportamenti migratori delle tartarughe marine.
Kayla Goforth sottolinea: «Il senso della mappa aiuta le tartarughe a capire dove si trovano rispetto a destinazioni fondamentali come le aree di nidificazione e le zone di alimentazione. Il senso della bussola, invece, è quello che indica loro la direzione da seguire, ad esempio verso sud-ovest, quando affrontano i viaggi verso l’Oceano Atlantico tropicale».
Katrina Phillips, ricercatrice dell’Università del Massachusetts Amherst, aggiunge: «Stiamo iniziando a decifrare i complessi meccanismi che permettono a questi animali di attraversare migliaia di chilometri di oceano e tornare con precisione millimetrica nei luoghi in cui sono nati. È straordinario che, nonostante i progressi, non conosciamo ancora del tutto come riescano a percepire il campo magnetico terrestre».
Il comportamento danzante delle giovani tartarughe, dunque, si è rivelato molto più di una semplice reazione giocosa. Si è trasformato in una finestra aperta sui complessi e raffinati strumenti sensoriali che consentono alle Caretta caretta di orientarsi tra le correnti e i campi magnetici dell’Oceano Atlantico, dalla Florida fino alle calde acque delle Isole di Capo Verde.