Un comportamento inedito svela come le tartarughe marine memorizzino mappe invisibili di campi magnetici per ritrovare le rotte verso il cibo
Le affascinanti tartarughe caretta caretta, note per le loro lunghe traversate oceaniche, celano un’abilità straordinaria che sta rivoluzionando la comprensione delle loro capacità di orientamento. Una recente indagine scientifica, guidata dalla ricercatrice Kayla Goforth presso l’Università del North Carolina, ha rivelato che questi animali marini non solo utilizzano il campo magnetico terrestre come una bussola, ma riescono addirittura a memorizzare specifiche firme magnetiche collegate ai luoghi di abbondanza alimentare. Questa scoperta, pubblicata sulla rivista Nature, fornisce la prima conferma sperimentale di un fenomeno ipotizzato da decenni, modificando radicalmente quanto noto finora sull’orientamento degli animali migratori.
Il ballo delle tartarughe caretta caretta: una danza tra onde e campi magnetici
Durante l’osservazione in laboratorio, Goforth e il suo team hanno notato un comportamento singolare e curioso: le giovani tartarughe sottoposte a un condizionamento associato al cibo rispondevano con una sorta di “danza” quando esposte a un determinato campo magnetico. Tale reazione, battezzata dai ricercatori come il “ballo della tartaruga”, si manifesta attraverso una serie di movimenti peculiari: il corpo si inclina verticalmente, la testa emerge ripetutamente sopra l’acqua, la bocca si apre in segno di attesa e le pinne anteriori si muovono freneticamente. In alcuni casi, le piccole nuotatrici giungevano persino a ruotare su se stesse, come se celebrassero l’imminente pasto.
Memoria magnetica e mappe invisibili: il segreto dei ritorni millimetrici sulle coste
L’esperimento ha dimostrato che le tartarughe sottoposte a tale addestramento continuavano a riconoscere il campo magnetico associato al cibo anche a distanza di quattro mesi dalla fine del condizionamento. Alcuni esemplari, addirittura, hanno ripetuto il comportamento dopo essere stati sottoposti a un secondo ciclo di addestramento con un diverso set di firme magnetiche. Questo suggerisce che le tartarughe caretta caretta possiedono una memoria a lungo termine delle caratteristiche magnetiche dei luoghi di nutrimento, elemento che spiega il motivo per cui siano in grado di ritornare con precisione millimetrica agli stessi siti di alimentazione anche dopo viaggi lunghi migliaia di chilometri attraverso l’oceano.
Navigare tra mappa e bussola: i due sensi magnetici delle tartarughe marine
L’indagine ha anche messo in luce come le tartarughe marine utilizzino il campo magnetico in due modi distinti: il primo, come mappa posizionale, consente loro di individuare la latitudine e la longitudine dell’area di destinazione; il secondo, come bussola direzionale, le aiuta a nuotare verso la direzione corretta. Per approfondire tale dualismo, il team ha condotto test specifici usando campi a radiofrequenza a banda larga, noti per disturbare il senso magnetico negli uccelli e in altre specie animali.
Quando le tartarughe, orientate verso una luce, venivano esposte a una radiofrequenza mentre il campo magnetico cambiava, il loro senso della bussola risultava compromesso, provocando un nuoto disordinato e casuale. Tuttavia, la capacità di leggere la mappa magnetica restava intatta, suggerendo che i due sistemi di orientamento abbiano origini biologiche diverse.
Un enigma biologico ancora irrisolto: quale sensore permette alle tartarughe di percepire il magnetismo?
Nonostante il progresso nella comprensione del comportamento delle caretta caretta, il meccanismo biologico alla base della percezione dei campi magnetici resta un enigma. Secondo Kayla Goforth, questa lacuna rappresenta la grande sfida per la ricerca futura: mentre per vista, olfatto e udito conosciamo gli organi sensoriali coinvolti, nessun recettore specifico è stato finora individuato per la magnetorecezione negli animali marini. Gli scienziati ipotizzano che il senso della bussola possa essere collegato a processi chimici intracellulari, mentre il sistema di mappa posizionale potrebbe basarsi su un diverso meccanismo ancora ignoto.
L’eredità di un milione di migrazioni: la ricchezza invisibile della navigazione magnetica
L’autrice dello studio Catherine Lohmann, collaboratrice di lunga data di Goforth, ha sottolineato come questa scoperta completi finalmente un puzzle che da oltre vent’anni incuriosisce i biologi marini. Le tartarughe marine, infatti, non solo nascono con un istinto magnetico innato, ma durante le loro migrazioni accumulano un repertorio di firme magnetiche, creando mappe personalizzate che permettono loro di navigare negli oceani con precisione incredibile.
La ricerca condotta presso l’Università del North Carolina, situata negli Stati Uniti, suggerisce che questo sistema di orientamento magnetico potrebbe essere comune anche ad altre specie migratorie, come uccelli, balene e pesci. Tuttavia, le caretta caretta rimangono tra le più straordinarie depositarie di questa bussola invisibile, che consente loro di ritrovare le coste di Africa, Mediterraneo e America con una precisione che sfida la nostra comprensione umana.
La danza delle tartarughe e il futuro della ricerca marina
Il “ballo della tartaruga” ha aperto una nuova finestra sul mondo dei sensi animali, rivelando che sotto la superficie degli oceani, creature apparentemente semplici sfruttano forze invisibili per garantirsi la sopravvivenza. Mentre scienziati e biologi marini proseguiranno il lavoro per svelare i misteri di questa bussola magnetica vivente, ogni caretta caretta che danza tra le correnti dell’Atlantico, del Mediterraneo o delle acque tropicali ci ricorda quanto sia ancora inesplorato il dialogo tra natura e scienza.