Salute
Un sistema di monitoraggio delle acque reflue nei principali aeroporti del mondo potrebbe rappresentare un’importante strategia di allerta precoce per individuare nuove malattie e prevenire future pandemie. Secondo uno studio, basterebbe analizzare i rifiuti di soli 20 aeroporti strategici per ottenere dati tempestivi sulla diffusione di virus e batteri.
Il ruolo degli aeroporti nella rilevazione dei patogeni
Ogni giorno, milioni di passeggeri transitano negli aeroporti internazionali, trasportando con sé, talvolta inconsapevolmente, virus e batteri. Quando una persona infetta utilizza il bagno di un aereo, può lasciare tracce del patogeno nei rifiuti. Questi scarti vengono raccolti e smaltiti dopo l’atterraggio, offrendo un’opportunità unica per analizzare la diffusione delle malattie.
Guillaume St-Onge della Northeastern University nel Massachusetts spiega che, attraverso il semplice utilizzo del bagno, i passeggeri possono rilasciare materiale genetico del virus nelle acque reflue. Questo permette di individuare varianti emergenti e possibili focolai prima ancora che si manifestino su larga scala.
Il modello di sorveglianza globale
Un team di ricercatori ha utilizzato il Global Epidemic and Mobility model per simulare come il monitoraggio delle acque reflue negli aeroporti potrebbe rilevare varianti pericolose, come quelle del Covid-19. Lo studio ha dimostrato che un network composto da 20 aeroporti chiave può essere quasi altrettanto efficace quanto una rete che coinvolge migliaia di scali, ma con costi notevolmente inferiori.
Tra gli hub aeroportuali strategici per questo sistema rientrerebbero città come Londra, Parigi, Dubai e Singapore, cruciali per il traffico internazionale. Tuttavia, i ricercatori hanno evidenziato che reti mirate, con aeroporti diversi, potrebbero essere più efficaci per monitorare malattie originarie di specifiche aree geografiche.
Jiaying Li dell’Università di Sydney sottolinea che questa ricerca è la prima a definire con precisione il numero minimo di aeroporti sentinella necessari per una sorveglianza globale efficiente, ottimizzando l’impiego delle risorse disponibili.
Un sistema di allerta per nuove minacce
La sorveglianza delle acque reflue potrebbe fornire dati cruciali nelle prime fasi di un’epidemia, permettendo di stimare la velocità di diffusione e il numero di persone potenzialmente infettate da un singolo caso. Questa strategia sarebbe efficace sia per malattie già note sia per nuove minacce emergenti, a condizione che il materiale genetico del patogeno sia identificabile.
Temi Ibitoye della Brown University chiarisce che, sebbene non sia possibile individuare un nuovo virus esclusivamente attraverso le acque reflue, si può verificare rapidamente se un nuovo patogeno, una volta identificato, fosse già presente nei campioni raccolti in precedenza.
Sfide e ostacoli alla realizzazione del progetto
Nonostante i vantaggi di questa strategia, restano alcuni aspetti da definire, come la frequenza ideale dei test e le modalità più efficaci per prelevare i campioni dagli aerei. Inoltre, il sistema dovrebbe essere testato sul campo per valutarne l’affidabilità nel mondo reale.
Un altro ostacolo potrebbe essere la collaborazione delle compagnie aeree e degli aeroporti, che potrebbero temere ripercussioni operative se i dati sulle malattie infettive diventassero di dominio pubblico. Secondo Trevor Charles dell’Università di Waterloo, sarebbe necessario un finanziamento internazionale coordinato per superare le resistenze locali e garantire il funzionamento del progetto nel lungo termine.
Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità potrebbe svolgere un ruolo centrale nel coordinamento della rete, sebbene la politica internazionale rappresenti un’ulteriore sfida. Il precedente ritiro degli Stati Uniti dall’OMS, voluto dall’ex presidente Donald Trump, ha dimostrato come le decisioni politiche possano influenzare la gestione delle emergenze sanitarie globali.
Nonostante queste difficoltà, studi come questo avvicinano la possibilità di una rete globale di sorveglianza epidemiologica basata sugli aeroporti, offrendo un’opportunità concreta per prevenire e contenere le pandemie future.