Rischi climatici crescenti e instabilità globale nel rapporto del governo federale di Berlino
Un’analisi dettagliata diffusa oggi dal Governo Federale Tedesco mette in evidenza come la sicurezza climatica rappresenti una sfida sempre più pericolosa per l’intero scacchiere geopolitico mondiale, con conseguenze che spaziano dal rischio di destabilizzazione politica su scala internazionale fino a vere e proprie guerre per le risorse idriche e alimentari. La relazione segnala anche la possibile diffusione di progetti di geoingegneria non regolamentata come tentativo estremo di contrastare il riscaldamento globale.
La ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock ha dichiarato in concomitanza con la pubblicazione del documento che “la crisi climatica è la più grave minaccia per la sicurezza del nostro tempo”, sottolineando come siccità persistenti, inondazioni catastrofiche, tempeste violente e raccolti compromessi stiano già causando danni economici per miliardi di euro e provocando migliaia di vittime ogni anno.
Cambiamento climatico e migrazioni verso l’Europa: un’emergenza costante
Eventi meteorologici definiti “unici in un secolo” si verificano ormai con cadenza annuale, dimostrando che la crisi climatica non è solo una proiezione futura, ma una realtà destabilizzante capace di alimentare tensioni legate a terra, acqua e risorse alimentari, creando nuovi focolai di conflitto e intensificando i flussi migratori verso il continente europeo.
La Germania, secondo quanto affermato dalla ministra Baerbock, ha integrato la questione climatica nel cuore della sua strategia di sicurezza nazionale e intende porre l’argomento al centro dei colloqui della prossima Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, evento chiave in cui i vertici europei della difesa si confronteranno con i rappresentanti statunitensi in una fase storica segnata dall’atteggiamento negazionista di Donald Trump, ex presidente USA, nei confronti del cambiamento climatico.
Germania e Stati Uniti: alleanze in bilico sulla sicurezza ambientale
Il rapporto, denominato Valutazione nazionale interdisciplinare del rischio climatico, è stato redatto grazie alla collaborazione tra think tank indipendenti, istituti di ricerca sul clima e il Servizio di Intelligence Federale Tedesco. La Germania diventa così il secondo Paese al mondo, dopo gli Stati Uniti, ad aver condotto uno studio strutturato sui legami tra crisi climatica e sicurezza nazionale.
Negli Stati Uniti, il Quadro per la resilienza e sicurezza climatica del 2022 aveva già riconosciuto che la crisi ambientale rappresenta una minaccia esistenziale per la vita dei cittadini americani, incidendo negativamente sulla stabilità politica, economica e sociale.
Tuttavia, la precedente amministrazione Trump aveva revocato diverse misure di contrasto ai rischi climatici adottate da Joe Biden, provocando un vuoto strategico nella politica estera statunitense. Secondo il rapporto tedesco, tale atteggiamento negazionista ha indebolito la capacità degli USA di anticipare i pericoli legati alla sicurezza climatica, malgrado il Congresso avesse espresso un sostegno bipartisan per l’inclusione del clima tra i temi prioritari della sicurezza nazionale.
Crisi climatica e polarizzazione politica in Europa e Stati Uniti
Una delle coautrici della relazione tedesca, Fanny Thornton, esperta presso il Potsdam Institute for Climate Impact Research, ha evidenziato come il documento pubblicato oggi sia il risultato concreto della Strategia di sicurezza nazionale tedesca del 2023, che identifica il cambiamento climatico tra i suoi tre pilastri fondamentali.
L’impatto della crisi climatica si riflette anche sulla politica interna di diversi Paesi, inclusi Germania e Stati Uniti, dove le misure ambientali sono spesso strumentalizzate da partiti populisti, in particolare dell’area conservatrice e dell’estrema destra. Il timore per le conseguenze economiche delle politiche per la transizione energetica viene talvolta sfruttato per fomentare malcontento sociale, alimentando divisioni e radicalizzazioni.
Secondo Thornton, l’inasprimento della crisi climatica potrebbe persino incentivare fenomeni di estremismo sia a destra che a sinistra. Negli ultimi anni, infatti, manifestazioni agricole contro le misure per ridurre le emissioni hanno causato scontri con le autorità in diversi Paesi europei, mentre attivisti ambientalisti hanno scelto azioni di protesta eclatanti, come blocchi stradali e danneggiamento di opere d’arte, per esprimere la loro frustrazione verso governi ritenuti inadempienti.
Geoingegneria: l’incubo di una tecnologia fuori controllo
Il rapporto tedesco dedica un ampio capitolo alla geoingegneria, prospettiva sempre più discussa nella comunità scientifica. Tra le soluzioni più controverse, spicca la riflessione artificiale della radiazione solare, realizzabile tramite il rilascio di aerosol solfati nell’alta atmosfera
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Gli esperti sottolineano che tale tecnica estrema potrebbe provocare conseguenze imprevedibili sugli equilibri climatici globali, alterando precipitazioni e raccolti agricoli, creando così una frattura tra nazioni vincenti e perdenti. L’assenza di una regolamentazione internazionale condivisa rischia di spingere attori isolati ad agire unilateralmente, con il pericolo di inasprire conflitti geopolitici.
Stati Uniti e Cina: equilibrio fragile sulle politiche climatiche
Il disimpegno di Trump dall’Accordo di Parigi e il taglio dei fondi federali per il clima hanno esposto la sicurezza americana a nuovi fattori di instabilità, riducendo anche la credibilità diplomatica degli USA nei confronti di alleati europei e potenze emergenti come la Cina.
Il ritorno di Biden ha riattivato i meccanismi multilaterali, ma l’incombente incertezza politica sulle prossime elezioni presidenziali americane preoccupa gli analisti: i prossimi quattro anni saranno decisivi per mantenere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, ma un eventuale ritorno dei repubblicani potrebbe compromettere irrimediabilmente gli sforzi globali.
Temperature in aumento e punti di non ritorno: scenari catastrofici
Gli scienziati avvertono che il superamento della soglia di riscaldamento globale di 1,5 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali è sempre più vicino. Il rapporto sottolinea che il raggiungimento di punti di non ritorno climatici, come il collasso della calotta glaciale dell’Antartide o la morte delle foreste amazzoniche, potrebbe generare conseguenze irreversibili per la stabilità globale, con ripercussioni disastrose su società e sicurezza internazionale.
Il rapporto tedesco, dunque, conferma che la sicurezza climatica non è più una questione marginale, ma un tema cruciale che condizionerà il futuro politico, economico e sociale del XXI secolo, in Europa e nel mondo intero.