Un cranio fossilizzato straordinariamente conservato ha gettato nuova luce su Vegavis iaai, un enigmatico uccello preistorico che potrebbe essere il più antico uccello acquatico conosciuto. I paleontologi hanno scoperto che questa specie, che solcava le acque dell’Antartide circa 69 milioni di anni fa, era probabilmente un parente stretto di anatre e oche moderne.
Una scoperta rivoluzionaria: il cranio quasi completo di Vegavis iaai
Fino a poco tempo fa, Vegavis iaai era noto solo attraverso frammenti fossili del corpo e un’antica siringe—la cassa vocale degli uccelli. Tuttavia, il nuovo cranio fossilizzato, datato tra 69,2 e 68,4 milioni di anni fa, offre la migliore prova della sua parentela con gli uccelli acquatici moderni.
Grazie a una ricostruzione digitale, i ricercatori hanno individuato elementi chiave dell’anatomia del cranio, tra cui:
- Un becco senza denti, simile a quello di anatre e oche moderne.
- Una piccola mascella superiore, che suggerisce abitudini alimentari affini a quelle degli uccelli acquatici odierni.
- Lobi ottici sviluppati e spostati verso il basso, una caratteristica che migliora la visione e la coordinazione motoria, elementi cruciali per un cacciatore acquatico.
Questi dettagli confermano che Vegavis iaai era un abile tuffatore e pescatore nelle acque del tardo Cretaceo, molto prima della comparsa delle moderne specie di uccelli acquatici.
L’Antartide: un rifugio per gli uccelli durante l’estinzione di massa
L’Antartide, oggi un continente ghiacciato, era un tempo una regione dal clima più mite, con abbondanti habitat acquatici. Secondo gli scienziati, questa terra potrebbe aver offerto rifugio a numerose specie di uccelli durante il catastrofico evento di estinzione di massa che colpì la Terra circa 66 milioni di anni fa.
A supporto di questa teoria, è stata rinvenuta un’altra specie simile, il Conflicto antarcticus, che visse poco dopo la grande estinzione, durante l’Epoca Paleocenica. Questo suggerisce che alcuni uccelli preistorici riuscirono a sopravvivere all’impatto dell’asteroide di Chicxulub, che sterminò i dinosauri non aviani.
Un legame con gli uccelli acquatici moderni? Il dibattito tra gli esperti
Già circa 20 anni fa, gli studiosi sospettavano che Vegavis iaai fosse strettamente imparentato con anatre e oche moderne. La presenza di una siringe ben sviluppata, simile a quella degli uccelli odierni, suggeriva che questa specie potesse persino emettere suoni simili a starnazzi.
Tuttavia, la mancanza di fossili del cranio aveva sempre reso difficile collocarlo con certezza nell’albero genealogico degli uccelli.
Il nuovo studio sembra confermare l’ipotesi che Vegavis iaai fosse un antenato diretto degli uccelli acquatici moderni. Tuttavia, non tutti gli esperti sono d’accordo. Un paleontologo, non coinvolto nella ricerca, afferma:
“Amo questo fossile. È molto eccitante. Ma solleva più domande di quante ne risponda.”
Secondo lui, sebbene Vegavis iaai possa essere considerato un anseriforme molto moderno, il suo cranio non è così simile a quello di un’anatra come ci si potrebbe aspettare.
L’evoluzione degli uccelli e il mistero delle specie antiche
Determinare l’esatta posizione evolutiva di Vegavis iaai rimane una sfida. Gli scienziati avvertono che le caratteristiche osservate nel nuovo cranio potrebbero essere tratti condivisi da forme più primitive di uccelli, piuttosto che prove definitive della sua modernità.
Il mistero sugli uccelli preistorici e sulla loro sopravvivenza all’estinzione dei dinosauri rimane quindi aperto. Tuttavia, la scoperta di questo cranio rappresenta un passo fondamentale per comprendere l’evoluzione degli uccelli acquatici e il ruolo cruciale dell’Antartide come rifugio naturale per la fauna preistorica.