Il rover Perseverance, in missione sul Pianeta Rosso dal 2021, ha recentemente raccolto un campione di roccia senza precedenti, proveniente da una zona chiamata Silver Mountain. Questo ritrovamento potrebbe offrire una rara finestra sul passato geologico di Marte, rivelando dettagli cruciali sulla sua evoluzione e sulle condizioni che potrebbero aver ospitato la vita in epoche remote.
Un campione unico nel suo genere
Durante la sua esplorazione nel cratere Jezero, il rover Perseverance ha raccolto il suo 26° campione, un frammento roccioso di 2,9 centimetri di diametro, distinto da qualsiasi altro trovato finora. Il team scientifico della NASA ha sottolineato l’importanza di questa scoperta, spiegando che le rocce di questa zona potrebbero rappresentare alcune delle più antiche mai identificate nel Sistema Solare.
Si ritiene che queste formazioni abbiano avuto origine nelle profondità del pianeta e siano state portate in superficie da un impatto catastrofico avvenuto miliardi di anni fa. Analizzandole, gli scienziati sperano di ottenere informazioni fondamentali su come fosse Marte nelle prime fasi della sua esistenza, un’epoca nota come era Noachiana, risalente a circa 4 miliardi di anni fa.
Il cratere Jezero e la ricerca della vita passata
Perseverance è atterrato nel cratere Jezero con l’obiettivo di esplorare la zona alla ricerca di segni di vita microbica passata, raccogliere campioni di suolo e roccia e testare nuove tecnologie per future missioni umane. Il cratere Jezero, che in passato ospitava un antico delta fluviale, è considerato un luogo chiave per lo studio delle interazioni tra acqua e minerali.
Gli strumenti scientifici del rover hanno già individuato tracce chimiche che suggeriscono come l’acqua abbia giocato un ruolo significativo nella formazione delle rocce dell’area. Questo rafforza l’ipotesi che Marte, in passato, fosse un pianeta con condizioni ambientali molto più simili a quelle terrestri.
L’eredità dell’elicottero Ingenuity
Oltre alla raccolta di campioni, la missione ha incluso il test dell’elicottero Ingenuity, il primo velivolo a volare su un altro pianeta. Originariamente progettato per effettuare solo cinque voli di prova, Ingenuity ha superato ogni aspettativa, completando ben 72 voli prima di subire danni al rotore, che ne hanno sancito la fine operativa. La sua esperienza ha dimostrato la fattibilità del volo controllato su Marte, aprendo la strada a future missioni con droni esplorativi.
Il ritorno dei campioni sulla Terra: un progetto incerto
Mentre il rover continua la sua raccolta di dati e campioni, il programma per riportare questi materiali sulla Terra rimane incerto. Il Mars Sample Return, il piano della NASA per recuperare i campioni marziani, ha visto i costi lievitare fino a 11 miliardi di dollari, con una data di rientro prevista non prima del 2040. A causa delle complessità tecniche e finanziarie, l’agenzia spaziale sta rivedendo l’intero progetto e prevede di annunciare una nuova strategia nel 2026.
Nel frattempo, la Cina sta lavorando a un proprio piano per il recupero di campioni da Marte. Se tutto andrà secondo i programmi, la missione cinese potrebbe partire già nel 2028, con il ritorno dei campioni previsto entro il 2031, ben prima della tempistica attualmente stimata per la missione statunitense.
L’importanza di queste missioni non riguarda solo lo studio della geologia marziana, ma anche la possibilità di ottenere prove concrete sulla presenza di vita antica su Marte. Se le analisi dei campioni confermeranno che il pianeta ha ospitato ambienti abitabili, si tratterà di una scoperta rivoluzionaria per l’astrobiologia e la comprensione dell’evoluzione planetaria.