Nel vasto mondo degli animali velenosi, una nuova creatura si è guadagnata un posto d’onore: uno scorpione scoperto nelle foreste della Colombia, il primo del suo genere in Sud America capace di spruzzare veleno. Questo aracnide inedito, battezzato Tityus achilles, prende il nome dal celebre eroe mitologico greco Achille, noto per la sua maestria nell’uso della lancia.
Un nuovo predatore tra le ombre della foresta
Questo scorpione, il 230° membro del genere Tityus, popola la foresta pluviale della Valle del Magdalena, situata nel dipartimento di Cundinamarca, in Colombia. A differenza di altre specie della regione, che prediligono gli alberi, il Tityus achilles sembra preferire il suolo della foresta, muovendosi tra la fitta vegetazione in cerca di prede o rifugi.
Il veleno: un’arma spruzzata con due tecniche diverse
Per comprendere meglio il meccanismo di spruzzatura del veleno, il ricercatore Léo Laborieux ha condotto un esperimento utilizzando una telecamera ad alta velocità per registrare 46 impulsi velenosi. Dall’analisi dei filmati, sono emerse due modalità distinte di attacco:
- “Flicks” di veleno, ovvero gocce singole proiettate a distanza ravvicinata.
- “Sprays” di veleno, getti più prolungati e potenti.
Durante l’esperimento, gli scorpioni hanno eseguito 14 flicks e 24 sprays, dimostrando un preciso controllo della portata e della quantità di veleno rilasciato.
Un veleno che cambia composizione nel tempo
Un aspetto sorprendente è la variazione nella composizione del veleno nel corso delle emissioni. Nei primi impulsi, lo scorpione utilizza un pre-veleno trasparente, probabilmente meno tossico. Solo dopo circa cinque spruzzate, la secrezione diventa bianca e opaca, segno di una maggiore concentrazione di sostanze attive.
La distanza massima registrata per un getto velenoso è stata di circa 36 centimetri, una portata sufficiente per colpire un aggressore prima che possa avvicinarsi troppo.
Il costo energetico della produzione di veleno
Creare veleno richiede un enorme dispendio energetico per lo scorpione, motivo per cui viene usato con parsimonia, esclusivamente per difesa o caccia. Secondo il biologo evoluzionista Dr. Arie van der Meijden, del CIBIO-InBIO Institute in Portogallo, che non ha partecipato allo studio, la produzione di veleno è un processo metabolico estremamente oneroso:
“Gli scorpioni devono aumentare enormemente il loro metabolismo per produrre veleno. Per loro è come correre una maratona”, ha spiegato van der Meijden a IFLScience.
Nonostante lo sforzo necessario per generarlo, la quantità di veleno effettivamente utilizzata è minima, sottolineando l’importanza di un meccanismo difensivo efficiente.
Nuove domande e prospettive di ricerca
L’esperimento ha analizzato solo esemplari giovani, lasciando aperti interrogativi su eventuali differenze tra sub-adulti e adulti nella modalità di spruzzatura del veleno. Laborieux suggerisce che un confronto tra diversi generi di scorpioni capaci di spruzzare veleno potrebbe fornire nuove informazioni sull’evoluzione e la specializzazione di questa straordinaria capacità.
I risultati dello studio sono stati pubblicati nel Zoological Journal of the Linnean Society, aprendo nuove strade alla ricerca sulla biologia e il comportamento difensivo degli scorpioni velenosi.