Ogni nuova scoperta sull’evoluzione umana complica ulteriormente il tentativo di stabilire il momento preciso in cui l’Homo sapiens ha acquisito un’identità distinta. Il problema non è tanto la mancanza di fossili, quanto piuttosto la complessità del processo di speciazione, che sfugge a una definizione netta e lineare.
L’illusione di una separazione chiara tra le specie
Siamo abituati a pensare all’evoluzione come a un albero genealogico ben definito, dove ogni specie ha un preciso progenitore e una chiara discendenza. In questa visione semplificata, individuare il momento della nascita dell’Homo sapiens dovrebbe essere semplice, come lo è la data di nascita di un individuo. Tuttavia, l’evoluzione non funziona in questo modo.
Uno studio recente dell’Università di Cambridge, condotto da Trevor Cousins e il suo team, mette in discussione questa concezione lineare. Secondo i ricercatori, la nostra presunta specie genitore, l’Homo antecessor, si sarebbe separata dal proprio antenato, l’Homo heidelbergensis, oltre un milione di anni fa. Da questa ramificazione, circa 600.000 anni fa, si sono evoluti due rami distinti: uno ha portato ai Neanderthal e ai Denisoviani, mentre l’altro ha dato origine all’Homo sapiens.
Un’evoluzione intrecciata: gli incroci tra specie
La grande svolta di questa ricerca è che l’Homo heidelbergensis non è scomparso immediatamente dopo la separazione delle nuove specie. Al contrario, i dati suggeriscono che questo antenato comune sia rimasto in vita fino a 300.000 anni fa, incrociandosi con gli Homo sapiens primitivi.
L’analisi genetica indica che circa il 20% del nostro patrimonio genetico deriva proprio da questo incrocio evolutivo. Questo significa che la nostra linea evolutiva non è il risultato di una rottura netta con le specie precedenti, ma di una transizione graduale, in cui le ibridazioni hanno giocato un ruolo cruciale.
L’idea di un punto preciso nel tempo in cui l’Homo sapiens è diventato una specie distinta appare quindi sempre più artificiale. L’evoluzione umana è stata un processo sfumato e complesso, in cui i confini tra le specie erano meno rigidi di quanto si sia tradizionalmente immaginato.