L’insediamento del Presidente Donald Trump per un secondo mandato ha portato una serie di ordinanze esecutive che stanno ridisegnando le politiche federali su numerosi settori, con effetti diretti anche su Porto Rico, territorio non incorporato degli Stati Uniti. Molti di questi provvedimenti smantellano le misure adottate dalle precedenti amministrazioni di Barack Obama e Joe Biden, specialmente quelle relative al cambiamento climatico, alla ricerca scientifica e alla protezione ambientale.
L’uscita degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi e il suo impatto
Uno degli ordini esecutivi più significativi è il ritiro degli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi, un passo che elimina gli impegni del paese per la riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2050. Questa decisione arriva in un contesto di eventi climatici estremi sempre più frequenti, con il 2024 segnato da uragani distruttivi come Beryl, Helene e Milton, che hanno causato danni per miliardi di dollari e numerose vittime.
L’uscita dall’accordo implica che gli Stati Uniti non contribuiranno più al fondo per la transizione energetica nei paesi in via di sviluppo, limitando le loro possibilità di adottare energie rinnovabili e di raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette. Questo potrebbe innescare un effetto domino, spingendo altre nazioni sviluppate a rallentare i loro sforzi nella lotta al riscaldamento globale.
A Porto Rico, il cambiamento climatico sta già avendo effetti devastanti, con un’accelerazione nell’innalzamento del livello del mare, che sta erodendo le coste e minacciando infrastrutture vitali. Le temperature sempre più elevate rappresentano inoltre un rischio per la salute pubblica, colpendo in modo particolare anziani e bambini.
Stop all’energia eolica e promozione del nucleare
Un’altra controversa ordinanza firmata da Trump vieta la costruzione di nuovi impianti eolici offshore, mentre incentiva la produzione di energia nucleare, prevedendo la costruzione di mini-reattori in tutto il paese. Questa politica rappresenta una sfida per Porto Rico, che dispone di risorse limitate per la produzione di energia rinnovabile e si trova ad affrontare problemi di uso del suolo. Inoltre, l’alta sismicità dell’isola rende l’energia nucleare un’opzione rischiosa.
Contestualmente, un altro decreto presidenziale ha proclamato un’emergenza energetica che riguarda solo le fonti fossili, garantendo sostegno esclusivamente a centrali a carbone, petrolio e gas. Nel frattempo, i sussidi per l’energia rinnovabile sono stati completamente eliminati, ostacolando la transizione verso un sistema più sostenibile e aggravando la crisi climatica globale.
Porto Rico e la vulnerabilità agli eventi climatici estremi
Le decisioni dell’amministrazione Trump hanno sollevato preoccupazioni tra i leader locali, poiché Porto Rico subirà un impatto sproporzionato rispetto agli Stati Uniti continentali. Le politiche federali attuali favoriscono i combustibili fossili e allentano le restrizioni sulle emissioni di gas serra, mentre l’arcipelago caraibico continua a essere esposto a uragani devastanti e a un’infrastruttura elettrica fragile.
L’Uragano Maria, che il 20 settembre 2017 ha colpito Porto Rico come una tempesta di categoria 4, ha evidenziato la vulnerabilità dell’isola. Il disastro ha distrutto gran parte della rete elettrica, causando un blackout che è durato oltre tre mesi. Le analisi climatiche hanno dimostrato che le precipitazioni estreme associate a Maria erano cinque volte più probabili a causa del riscaldamento globale. Anche le reti di comunicazione e distribuzione dell’acqua sono state gravemente compromesse, con un bilancio di oltre 3.000 morti indirette.
Il rischio della chiusura di FEMA e l’isolamento di Porto Rico
Un’altra mossa che sta generando allarme riguarda la possibile eliminazione della Federal Emergency Management Agency (FEMA). L’intenzione del presidente Trump sarebbe quella di trasferire direttamente ai singoli stati il coordinamento delle emergenze, riducendo il supporto ai territori non incorporati come Porto Rico.
FEMA ha svolto un ruolo cruciale nella ricostruzione dell’isola, aiutando a riparare strade, ponti, impianti idrici e altre infrastrutture danneggiate. Se l’agenzia venisse smantellata, il governo locale si troverebbe senza i fondi necessari per rispondere a futuri disastri naturali, lasciando la popolazione in una situazione di grave vulnerabilità.
Il piano di Porto Rico per affrontare la crisi climatica
Di fronte a queste sfide, Porto Rico ha istituito il Comitato di Esperti e Consulenti sul Cambiamento Climatico, che sta lavorando al Piano di Mitigazione, Adattamento e Resilienza. Questo documento strategico, in discussione presso la legislatura locale da aprile 2024, rappresenta un elemento fondamentale per garantire la sicurezza e la sostenibilità dell’isola.
Le autorità portoricane e la governatrice dell’isola dovranno valutare con attenzione le misure da adottare per proteggere la popolazione e le infrastrutture, cercando soluzioni alternative per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e rafforzare la resilienza agli eventi climatici estremi.