I pipistrelli sono spesso temuti o fraintesi, ma il loro contributo agli ecosistemi naturali e all’agricoltura è fondamentale. Secondo LaRoy Brandt, ricercatore della Lincoln Memorial University in Tennessee, questi animali sono veri alleati dell’uomo, in quanto aiutano a controllare le popolazioni di insetti, comprese le zanzare, e svolgono un ruolo chiave nella riduzione dei parassiti agricoli, oltre a contribuire alla impollinazione e alla dispersione dei semi.
Tuttavia, molte specie di pipistrelli stanno affrontando minacce sempre più gravi. Una delle principali cause di declino è la sindrome del naso bianco, una malattia devastante che ha già ucciso milioni di esemplari in tutto il mondo. A questa crisi sanitaria si aggiunge una minaccia ancora più insidiosa: il cambiamento climatico, che potrebbe alterare profondamente i loro comportamenti stagionali, mettendo ulteriormente a rischio la loro sopravvivenza.
L’impatto del cambiamento climatico sui pipistrelli
Gli inverni più caldi dovuti al riscaldamento globale potrebbero influenzare il letargo dei pipistrelli, rendendolo meno efficace o più frammentato. Brandt si chiede quali potrebbero essere le conseguenze di questo fenomeno:
“I pipistrelli diventeranno più attivi? Resteranno fuori più a lungo in autunno? Emergeranno prima in primavera?”
Se ciò accadesse, si porrebbe una questione cruciale: riusciranno a trovare abbastanza cibo? Durante i mesi più freddi, la disponibilità di insetti è ridotta, e un risveglio anticipato potrebbe significare per molti pipistrelli un dispendio energetico senza un’adeguata fonte di nutrimento.
Per comprendere meglio come il riscaldamento globale stia influenzando questi mammiferi volanti, Brandt utilizza registratori acustici per rilevare le onde sonore emesse dai pipistrelli durante l’ecolocalizzazione, la tecnica che consente loro di orientarsi e cacciare al buio.
Questa tecnologia permette ai ricercatori di monitorare con precisione l’attività dei pipistrelli e individuare cambiamenti nel loro comportamento nel corso delle stagioni.
Il monitoraggio delle specie
Il progetto di Brandt, che ha una durata prevista di almeno 10 anni, è attualmente nel suo quarto anno di studio. I dati raccolti finora hanno già portato a una scoperta sorprendente: alcune specie di pipistrelli diventano attive quando le temperature salgono appena sopra lo zero, un comportamento che gli scienziati non si aspettavano.
Questo suggerisce che, con il progressivo riscaldamento degli inverni, i pipistrelli potrebbero emergere sempre più frequentemente dal letargo, aumentando il rischio di stress fisiologico e compromettendo la loro capacità di sopravvivere nei mesi più critici.
Se le temperature continuano ad aumentare e gli inverni diventano sempre più miti, questi cambiamenti nei cicli di attività potrebbero avere conseguenze devastanti per molte specie di pipistrelli, con ripercussioni a catena sugli ecosistemi e sulle attività agricole che beneficiano della loro presenza.