Scoperta negli Stati Uniti: il farmaco per dimagrire mostra effetti sorprendenti sulla dipendenza da alcol
Negli ultimi mesi, il nome Ozempic è diventato sinonimo di dimagrimento rapido e riduzione della fame, ma un’inaspettata conseguenza dell’assunzione di questo farmaco ha attirato l’attenzione della comunità scientifica. Numerosi utilizzatori del medicinale, inizialmente introdotto per il trattamento del diabete di tipo 2 e successivamente adottato nella lotta contro l’obesità, hanno dichiarato di aver sperimentato una forte diminuzione non solo dell’appetito, ma anche dell’interesse verso bevande alcoliche come birra, vino e superalcolici.
Questo fenomeno, emerso grazie a segnalazioni spontanee da parte di pazienti negli Stati Uniti, ha spinto un gruppo di ricercatori della University of North Carolina School of Medicine a condurre uno studio approfondito sull’effetto del principio attivo del farmaco, il semaglutide, in relazione al disturbo da uso di alcol.
I risultati della ricerca, pubblicati su JAMA Psychiatry nel 2024, suggeriscono che l’iniezione settimanale di una piccola dose del medicinale abbia contribuito a ridurre quantità, frequenza e desiderio di bere tra i partecipanti affetti da abuso di alcol.
Abuso di alcol negli Stati Uniti: una piaga diffusa e letale
Il consumo smodato di bevande alcoliche rappresenta da tempo una delle principali emergenze sanitarie negli Stati Uniti. Secondo i dati diffusi dal National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism, nel 2023, circa 28,1 milioni di adulti di età superiore ai 18 anni hanno dichiarato di soffrire di disturbi legati all’abuso di alcol.
La questione tocca anche le fasce più giovani della popolazione, con percentuali preoccupanti di consumo eccessivo già tra i 20 e i 30 anni. L’abuso cronico di alcol viene correlato a patologie gravi, come cirrosi epatica, malattie cardiovascolari e tumori, e costituisce una delle cause principali di mortalità precoce. Il Surgeon General statunitense ha stimato che l’abuso di alcol provochi ogni anno oltre 178.000 decessi sul territorio nazionale.
Difficoltà nei trattamenti per la dipendenza da alcol
Contrastare la dipendenza da alcol rappresenta da sempre una sfida complessa per il settore medico. La maggior parte dei trattamenti disponibili, compresi quelli comportamentali e farmacologici, spesso non produce risultati soddisfacenti.
Studi condotti negli Stati Uniti evidenziano come solo una frazione minima dei soggetti che soffrono di dipendenza alcolica scelga di intraprendere un percorso terapeutico. Tra coloro che richiedono aiuto, molti riscontrano difficoltà a mantenere la sobrietà a lungo termine.
Semaglutide e alcol: l’esperimento in laboratorio
Per verificare il legame tra semaglutide e riduzione dell’alcolismo, i ricercatori della University of North Carolina hanno reclutato 48 adulti affetti da disturbo da uso di alcol non trattato. Gli uomini coinvolti consumavano mediamente 14 drink settimanali, con almeno due episodi di consumo eccessivo pari o superiore a 5 bicchieri in una singola occasione. Le donne, invece, dichiaravano di assumere sette drink settimanali, con almeno due episodi di 4 bicchieri o più.
La sperimentazione è durata nove settimane. Prima e dopo l’assunzione del semaglutide, i partecipanti sono stati invitati in un laboratorio allestito come un bar per simulare un ambiente conviviale e osservare il comportamento legato al consumo di alcol.
Coloro che hanno ricevuto il semaglutide hanno mostrato una significativa diminuzione dei giorni di abbuffate alcoliche. Nell’ultimo mese di sperimentazione, il 20% del gruppo placebo aveva ancora episodi di consumo eccessivo, mentre il gruppo trattato con il farmaco non ha registrato alcun giorno di abuso alcolico.
Effetti collaterali inattesi: riduzione del fumo
Durante il medesimo studio, alcuni partecipanti fumatori sottoposti al semaglutide hanno segnalato una diminuzione del numero di sigarette giornaliere, suggerendo un possibile effetto benefico anche sulla dipendenza da nicotina.
Questa osservazione ha aperto nuove prospettive di ricerca sull’impiego del semaglutide per contrastare altre dipendenze, oltre all’alcolismo.
Uno studio limitato ma carico di speranze
Nonostante i risultati siano incoraggianti, gli stessi autori dello studio sottolineano la necessità di ulteriori verifiche. La ricerca, infatti, ha coinvolto un numero limitato di persone e si è svolta in un periodo di tempo relativamente breve.
La dottoressa Klara Klein, coautrice della pubblicazione, ha dichiarato: “Questi dati indicano il potenziale del semaglutide e di farmaci analoghi per affrontare il vuoto terapeutico esistente nel trattamento dell’abuso di alcol. Tuttavia, sono indispensabili studi più ampi e prolungati per accertare sicurezza ed efficacia in contesti più estesi.”
La peculiarità della scoperta risiede nel fatto che il semaglutide è già stato approvato dalle autorità sanitarie per l’impiego in ambito diabetologico e obesità, il che potrebbe agevolare eventuali estensioni delle indicazioni terapeutiche, accelerando i tempi di distribuzione per combattere l’alcolismo e, potenzialmente, altre dipendenze.