Nel 2023, sulle rive di Portland, in Victoria, Australia, sono stati ritrovati i resti di un grande squalo bianco. Questo ritrovamento ha immediatamente cattirato l’attenzione della comunità scientifica e dei media. Il predatore, considerato uno degli apici della catena alimentare marina, era stato attaccato da un’altra creatura che gli aveva asportato il fegato con estrema precisione. Inizialmente, gli scienziati avevano sospetti su chi fosse il responsabile, ma solo ora, grazie all’analisi del DNA prelevato dalla ferita, è arrivata la conferma: le orche stanno cacciando gli squali bianchi nelle acque australiane.
Un attacco senza precedenti sulle coste australiane
Nell’ottobre 2023, il corpo dello squalo bianco è stato trovato su una spiaggia di Portland, mostrando segni inequivocabili di un attacco da parte di un predatore di grandi dimensioni. Negli ultimi anni, le orche (Orcinus orca), note anche come balene assassine, sono state osservate mentre predavano diverse specie di squali, compresi gli squali bianchi.
Già in Sudafrica, una coppia di orche è diventata famosa tra il 2022 e il 2023 per aver sviluppato una strategia mirata alla caccia degli squali, specialmente per estrarre i loro fegati, ricchi di grassi e sostanze nutritive essenziali. Queste predazioni, filmate in più occasioni, hanno mostrato come le orche cooperino per sopraffare prede di grandi dimensioni, dimostrando un’intelligenza e un coordinamento straordinari.
Quando il corpo dello squalo bianco è stato scoperto sulla spiaggia australiana, si è presentata un’occasione unica per analizzare i segni lasciati dall’attacco. Secondo Isabella Reeves, dottoranda presso il Southern Shark Ecology Group della Flinders University e il West Australian Cetacean Research Centre (CETREC), l’animale presentava ferite da morso distintive, quattro delle quali riconducibili all’attacco di un’orca. “Il fegato, gli organi digestivi e quelli riproduttivi mancavano completamente. Una delle ferite era chiaramente compatibile con la modalità di estrazione del fegato già osservata in Sudafrica”, ha spiegato Reeves.
Per avere una conferma definitiva, gli studiosi hanno prelevato tamponi dalle ferite, analizzando il materiale genetico rimasto sulle lacerazioni. I risultati hanno evidenziato la presenza di DNA di orca nella principale area del morso, mentre nelle altre ferite era presente DNA di squali broadnose sevengill che probabilmente stavano consumando i resti come scavengers (spazzini).
Le orche cacciano gli squali bianchi anche in Australia?
Questa scoperta rappresenta una svolta significativa nello studio del comportamento predatorio delle orche. Finora, attacchi diretti contro gli squali bianchi erano stati documentati in Sudafrica e California, ma la loro presenza in Australia non era stata mai confermata con prove tangibili.
Due giorni prima che il cadavere dello squalo fosse trovato sulla spiaggia, diversi testimoni avevano avvistato un gruppo di orche al largo di Bridgewater Bay, tra cui due individui noti alla comunità locale con i nomi di “Bent Tip” e “Ripple”. Queste osservazioni suggeriscono che gli attacchi potrebbero essere più frequenti di quanto si credesse.
Gli scienziati hanno già documentato orche che predano altre specie di squali in Australia, come:
- Squali azzurri (Prionace glauca),
- Smerigli (Lamna nasus),
- Mako pinna corta (Isurus oxyrinchus),
- Squali scuola (Galeorhinus galeus),
- Squali tigre (Galeocerdo cuvier).
Tuttavia, il fatto che le orche mirino specificamente al fegato degli squali bianchi è una novità per queste acque.
Gli effetti sugli ecosistemi marini
Le conseguenze di questa nuova strategia predatoria potrebbero essere significative. In Sudafrica, gli attacchi delle orche hanno già avuto un impatto evidente sulle popolazioni locali di squali bianchi, spingendoli ad abbandonare determinate aree e alterando l’equilibrio dell’ecosistema.
Secondo il Dr. Alison Towner, biologo marino della Rhodes University, queste interazioni rimangono difficili da documentare con precisione, ma potrebbero avvenire con maggiore frequenza di quanto si pensi. Anche Adam Miller, ecologo senior di Cesar Australia, sottolinea l’importanza di monitorare il fenomeno: “Gli squali bianchi svolgono un ruolo cruciale nella regolazione dell’ecosistema marino. La loro riduzione o spostamento a causa della predazione da parte delle orche potrebbe generare cambiamenti a cascata nella biodiversità”.
Un’opportunità per altre specie
Uno degli aspetti più interessanti emersi dallo studio riguarda il ruolo ecologico delle orche nella catena alimentare. Secondo la Dr. Lauren Meyer, ricercatrice presso la Flinders University, la strategia di caccia delle orche lascia grandi quantità di carne disponibile per altri animali. “L’eliminazione mirata del fegato e di alcuni organi interni fa sì che il resto del corpo rimanga disponibile come fonte di nutrienti per altri predatori e per l’ecosistema locale”, ha spiegato.
Questa dinamica suggerisce che la caccia degli squali bianchi da parte delle orche potrebbe modificare non solo la distribuzione degli squali, ma anche quella di altre specie che dipendono dalle loro carcasse per nutrirsi.
Il nuovo studio, pubblicato su Ecology and Evolution, apre la strada a ulteriori ricerche sul comportamento delle orche nelle acque australiane e sulle implicazioni ecologiche di questa nuova tendenza predatoria.