Gli esperimenti condotti sul nuovo coronavirus individuato in Cina, recentemente descritto sulla rivista Cell, dovrebbero essere eseguiti con maggiore prudenza. A lanciare l’allerta è il virologo Francesco Broccolo, dell’Università del Salento, che sottolinea le preoccupazioni della comunità scientifica in merito agli studi sul nuovo ceppo virale HKU5-CoV-2, isolato nei pipistrelli Pipistrellus.
Dubbi sulle metodologie di ricerca
L’attenzione degli esperti si concentra sulle tecniche di manipolazione utilizzate in laboratorio. Secondo Broccolo, l’Istituto di Virologia di Wuhan, dove si stanno conducendo questi test, opera in un laboratorio di biosicurezza di livello 2 (Bsl-2 plus), un ambiente progettato per gestire microrganismi potenzialmente pericolosi. Tuttavia, il timore è che il livello di sicurezza adottato non sia sufficiente per esperimenti di questa portata.
L’istituto è lo stesso in cui, prima della pandemia di Covid-19, venivano realizzati studi di gain of function, una tecnica che permette di modificare geneticamente i virus per conferire loro nuove proprietà. Questo tipo di ricerca è da anni al centro di un acceso dibattito internazionale sui rischi legati alla possibile creazione di agenti patogeni più pericolosi.
Il nuovo coronavirus si lega alle cellule umane
I dati pubblicati su Cell dal team guidato dalla virologa Jing Chen rivelano che il virus HKU5-CoV-2 ha la capacità di interagire con il recettore Ace2, lo stesso utilizzato dal Sars-CoV-2 per infettare l’uomo. Questa caratteristica, avverte Broccolo, potrebbe aumentare il rischio di spillover, ovvero il passaggio del virus dagli animali all’uomo.
Gli esperimenti condotti su aggregati di cellule umane dell’apparato respiratorio hanno confermato questa potenziale minaccia. Secondo il virologo, la coltivazione del virus su cellule umane potrebbe accelerare l’adattamento all’ospite, favorendo la selezione di varianti più infettive. I coronavirus, infatti, sono noti per la loro capacità di mutare rapidamente, aumentando così il rischio di un’eventuale diffusione tra gli esseri umani.
Necessità di protocolli più rigorosi
Il principale motivo di allarme riguarda le modalità con cui il virus viene manipolato in laboratorio. Secondo Broccolo, le tecniche impiegate potrebbero alterare artificialmente i normali tempi evolutivi del virus, accelerando mutazioni che, in natura, richiederebbero periodi molto più lunghi o potrebbero non verificarsi affatto.
Esperimenti di questo tipo dovrebbero essere condotti con maggiore attenzione, adottando protocolli più severi per garantire la sicurezza biologica. Il virologo sottolinea la necessità di un dibattito approfondito sui rischi e benefici di queste sperimentazioni, considerando le implicazioni per la salute pubblica.
La varietà genetica dei coronavirus in natura e la loro capacità di adattarsi rapidamente attraverso la trasmissione tra specie diverse sono elementi che devono essere attentamente monitorati. Secondo Broccolo, questi fattori rendono ancora più urgente una valutazione rigorosa delle modalità con cui vengono effettuate queste ricerche.