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Nuove creste sul lato nascosto della Luna: indizi di un’attività geologica più recente del previsto

By Stefano Diaz
Published 4 Febbraio 2025
5 Min Read
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Contents
L’attività geologica della Luna: una storia da riscrivereLa scoperta: creste più giovani di quanto si pensasseUn legame con la contrazione della Luna?Implicazioni per le future missioni lunari

Un recente studio ha rivelato 266 creste sconosciute sul lato nascosto della Luna, suggerendo che il nostro satellite naturale potrebbe essere stato geologicamente attivo molto più di quanto si pensasse. Queste strutture potrebbero fornire nuove informazioni sulla storia della Luna e sulla possibilità che alcuni fenomeni tettonici siano ancora in corso oggi.

L’attività geologica della Luna: una storia da riscrivere

La superficie lunare è caratterizzata da vasti bacini noti come “mari”, formati miliardi di anni fa a seguito di imponenti eruzioni vulcaniche. Gli scienziati hanno a lungo ritenuto che questi mari fossero ormai inattivi, con le ultime tracce di attività geologica risalenti a circa tre miliardi di anni fa. Tuttavia, negli ultimi anni, indizi sempre più concreti hanno suggerito che la Luna potrebbe aver mantenuto una certa vitalità geologica in tempi molto più recenti.

Nel nuovo studio, gli scienziati hanno utilizzato tecniche avanzate di mappatura e modellazione per individuare 266 nuove creste sul lato nascosto della Luna. Per determinare l’età di queste formazioni, il team ha adottato un metodo collaudato: contare i crateri da impatto meteorico presenti sulla superficie.

La scoperta: creste più giovani di quanto si pensasse

Secondo Jaclyn Clark, assistente ricercatrice del Dipartimento di Geologia dell’Università del Maryland, il numero di crateri su una superficie lunare è un indicatore chiave della sua età: più crateri si accumulano, più la superficie è antica. Tuttavia, studiando le nuove creste, gli scienziati hanno notato un dettaglio sorprendente: alcune di esse tagliano crateri più vecchi, suggerendo che si siano formate molto più recentemente di quanto ipotizzato in precedenza.

Le analisi hanno indicato che queste strutture si sono sviluppate negli ultimi 160 milioni di anni, un’epoca relativamente recente considerando la scala temporale della Luna. Alcune formazioni potrebbero essersi originate addirittura negli ultimi 200 milioni di anni, un periodo in cui si riteneva che la Luna fosse già geologicamente “morta”.

Clark ha sottolineato che questa scoperta mette in discussione le teorie precedenti, secondo cui la Luna avrebbe smesso di subire movimenti geologici circa due o tre miliardi di anni fa. Al contrario, i dati suggeriscono che la crosta lunare ha continuato a subire modifiche fino a un miliardo di anni fa e, forse, continua a farlo ancora oggi.

Un legame con la contrazione della Luna?

Un altro aspetto interessante della ricerca è la somiglianza tra le piccole creste dei mari (SMR) recentemente scoperte sul lato nascosto e quelle già individuate sul lato visibile della Luna. Questo suggerisce che entrambe potrebbero essersi formate attraverso lo stesso meccanismo geologico.

Gli scienziati ritengono che queste creste siano il risultato di due fenomeni combinati:

  • La contrazione della Luna mentre il suo interno continua a raffreddarsi.
  • Le variazioni nell’orbita lunare, che potrebbero generare tensioni nella crosta del satellite.

Questi processi potrebbero aver provocato spostamenti tettonici anche in tempi relativamente recenti, portando alla formazione di nuove strutture superficiali.

Implicazioni per le future missioni lunari

Queste scoperte hanno implicazioni dirette per le prossime missioni lunari, sia con equipaggio che robotiche. Gli scienziati suggeriscono che le creste potrebbero rappresentare punti di interesse fondamentali per indagare sulla struttura interna della Luna e sulla sua attuale attività sismica.

Le missioni Apollo avevano già rilevato 28 scosse lunari superficiali con magnitudo compresa tra 1.5 e 5, indicando che il nostro satellite non è del tutto statico. Se alcune delle creste identificate nel nuovo studio fossero ancora attive, potrebbero rappresentare luoghi ideali per posizionare nuovi sismometri e raccogliere dati cruciali sulla geologia lunare.

Questa ricerca sfida le ipotesi tradizionali e apre nuove prospettive sul passato e sul futuro geologico della Luna, suggerendo che il nostro satellite potrebbe non essere così “morto” come si pensava.

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