Uno studio innovativo, pubblicato sulla prestigiosa rivista Science Advances e condotto dall’Accademia cinese per la ricerca sulle scienze ambientali, ha rivelato che le microplastiche possono raggiungere il cervello, causando veri e propri ingorghi nei vasi sanguigni e compromettendo la circolazione per periodi prolungati.
Grazie a una tecnologia all’avanguardia, i ricercatori hanno osservato in tempo reale il percorso di queste particelle nei topi, impiantando nel loro cranio delle finestre trasparenti che hanno permesso di monitorare il fenomeno. L’effetto sull’uomo non è ancora chiaro, ma nei roditori questi blocchi vascolari hanno portato a problemi di memoria e riduzione dell’attività motoria.
Microplastiche: una minaccia invisibile e onnipresente
Le microplastiche, frammenti di plastica di dimensioni inferiori a 5 millimetri, si trovano ovunque: dagli abissi marini ai ghiacci polari, fino all’acqua e agli alimenti che consumiamo quotidianamente. La loro capacità di penetrare nell’organismo e distribuirsi attraverso il sangue solleva gravi preoccupazioni per la salute umana.
Per comprendere meglio il loro impatto sul cervello, il team di ricerca guidato da Haipeng Huang ha sviluppato un metodo innovativo per tracciare il percorso di queste particelle nel flusso sanguigno. Ai topi è stata somministrata acqua contenente sfere fluorescenti di polistirolo, permettendo così di seguirne il movimento all’interno dell’organismo.
Dal sangue al cervello: un viaggio pericoloso
Dopo appena tre ore, i frammenti plastici sono stati rilevati nel cervello, dove sono stati assorbiti dalle cellule immunitarie. Tuttavia, una volta cariche di queste particelle, le cellule hanno finito per incastrarsi nei piccoli vasi sanguigni cerebrali, causando veri e propri ingorghi simili a quelli del traffico urbano.
Gli scienziati hanno osservato che queste ostruzioni si sono attenuate nel tempo, ma in alcuni casi sono rimaste presenti fino a 28 giorni dopo l’esposizione. Questo suggerisce che le microplastiche potrebbero avere effetti a lungo termine sulla salute cerebrale, alterando le funzioni cognitive e motorie.
Non solo cervello: effetti su cuore e fegato
Secondo gli autori dello studio, fenomeni simili di accumulo di microplastiche sono stati riscontrati anche nel cuore e nel fegato dei topi. Tuttavia, i dettagli di queste osservazioni non sono ancora stati pubblicati, e ulteriori ricerche saranno necessarie per comprendere l’impatto sistemico delle microplastiche sugli organi vitali.
Le implicazioni per la salute umana
Sebbene lo studio sia stato condotto su animali, i risultati sollevano importanti interrogativi sugli effetti delle microplastiche anche nell’uomo. La loro diffusione su scala globale e la capacità di penetrare nei tessuti più sensibili potrebbero avere conseguenze ancora sconosciute sulla nostra salute.
Con la presenza sempre più pervasiva di questi frammenti nel nostro ambiente, la necessità di ridurre l’inquinamento da plastica e di approfondire gli studi sugli effetti biologici diventa una priorità assoluta per la comunità scientifica internazionale.