Le tempeste violente, le inondazioni improvvise e le frane distruttive stanno diventando sempre più frequenti a causa del riscaldamento globale. Questi disastri naturali, oltre ai danni materiali, hanno conseguenze meno visibili ma altrettanto devastanti: un aumento della violenza domestica, che può persistere anche anni dopo l’evento catastrofico.
Uno studio recente, guidato da Jenevieve Mannell dell’University College London, ha esaminato la correlazione tra disastri meteorologici e violenza da parte del partner intimo in 156 nazioni. I risultati hanno evidenziato un chiaro aumento degli episodi di violenza domestica nei due anni successivi a eventi climatici estremi.
L’effetto a lungo termine delle catastrofi naturali
Secondo Mannell, le tempeste, le frane e le inondazioni sono i fenomeni più strettamente legati all’aumento della violenza domestica. Sebbene lo studio non abbia analizzato direttamente le cause di questo fenomeno, ricerche precedenti suggeriscono che le catastrofi naturali possono intensificare vari fattori di rischio già esistenti.
Uno degli elementi principali è l’insicurezza alimentare, che può generare stress cronico all’interno delle famiglie, contribuendo a comportamenti violenti. A questo si aggiunge l’abuso di alcol e droghe, spesso in crescita dopo eventi traumatici, che amplifica ulteriormente il rischio di episodi di violenza.
La necessità di un approccio globale
Per Mannell, affrontare il cambiamento climatico significa anche adottare strategie mirate per proteggere le donne e le fasce più vulnerabili della popolazione. La pianificazione post-catastrofe dovrebbe includere misure di prevenzione della violenza domestica, come il potenziamento delle reti di supporto, l’accesso ai servizi sociali e la creazione di rifugi sicuri per chi subisce abusi.
Le conseguenze dei disastri climatici non si limitano alla distruzione fisica del territorio, ma hanno un impatto profondo e duraturo sulle dinamiche sociali e sulla sicurezza delle persone.