Negli ultimi mesi, l’influenza aviaria ha causato ingenti perdite negli Stati Uniti, spingendo gli scienziati a interrogarsi sulle modalità di trasmissione del virus. Un’indagine condotta nella Repubblica Ceca ha fornito indizi cruciali: secondo i ricercatori dell’Istituto Veterinario Statale di Praga, il virus H5N1 potrebbe essersi diffuso per via aerea tra allevamenti situati a chilometri di distanza.
Un’epidemia misteriosa in Repubblica Ceca
L’epidemia studiata ha avuto inizio il 4 febbraio 2024 in un allevamento di anatre. In pochi giorni, circa 800 uccelli sono morti improvvisamente, portando alla decisione di abbattere l’intero allevamento per evitare la propagazione del virus. Tuttavia, appena una settimana dopo, il ceppo identico di H5N1 è stato rilevato in due allevamenti di polli situati a 8 chilometri di distanza, entrambi dotati di rigidi protocolli di biosicurezza.
Gli studiosi hanno analizzato possibili vie di trasmissione, escludendo sia il contatto umano che il trasporto da parte di uccelli selvatici. Le aziende colpite non erano collegate tra loro e non si trovavano vicino a corpi idrici che avrebbero potuto facilitare il passaggio del virus attraverso animali migratori.
La trasmissione aerea: un’ipotesi supportata dai dati
L’attenzione degli esperti si è quindi spostata sulle condizioni meteorologiche. L’analisi ha rivelato che il periodo in cui il virus si è diffuso era caratterizzato da:
- Una brezza costante che avrebbe potuto trasportare il virus dall’allevamento di anatre a quelli di polli.
- Copertura nuvolosa, che ha impedito alla luce ultravioletta di inattivare le particelle virali.
- Temperature fresche, che hanno favorito la sopravvivenza del virus nell’aria.
Anche se i ricercatori non hanno effettuato campionamenti dell’aria per confermare la presenza del virus, l’ipotesi della trasmissione per via aerea è stata considerata altamente plausibile da altri esperti nel settore.
Cosa significa per la salute pubblica?
Se confermata, la capacità dell’H5N1 di diffondersi nell’aria potrebbe avere implicazioni significative, non solo per gli allevamenti avicoli, ma anche per la salute umana. Il Dr. Michael Osterholm, direttore del Center for Infectious Disease Research and Policy dell’Università del Minnesota, ha dichiarato alla CNN che, sebbene il rischio di contagio per le persone sia estremamente basso, questa via di trasmissione potrebbe spiegare alcuni casi in cui la fonte dell’infezione non è stata identificata.
L’H5N1 ha già causato casi umani negli Stati Uniti, e la possibilità che il virus si diffonda nell’aria potrebbe sollevare nuove preoccupazioni sulla sua gestione e prevenzione. Lo studio, pubblicato sulla piattaforma bioRxiv, è attualmente in attesa di revisione paritaria, ma i suoi risultati potrebbero influenzare le strategie di contenimento delle future epidemie.