L’uso della CO₂ catturata per l’estrazione di greggio non elimina l’impatto ambientale
Le compagnie petrolifere stanno tentando di riposizionarsi nel dibattito ambientale sostenendo di poter produrre petrolio a emissioni zero grazie alla cattura di anidride carbonica dall’atmosfera. Tuttavia, secondo diversi studi, questa affermazione sarebbe priva di fondamento e più vicina a una strategia di marketing che a una reale soluzione per la crisi climatica.
La tecnica dell’EOR e il ruolo della CO₂ catturata
Il cosiddetto recupero avanzato del petrolio (EOR) è una tecnica che prevede l’iniezione di CO₂ nei giacimenti esauriti per aumentare l’estrazione del greggio. Tradizionalmente, la CO₂ utilizzata in questo processo proviene da fonti sotterranee naturali, ma alcune aziende stanno ora proponendo di impiegare anidride carbonica catturata dall’aria attraverso impianti di cattura diretta dell’aria (DAC). Secondo loro, questa soluzione permetterebbe di ottenere petrolio con un bilancio netto di emissioni pari a zero.
Tuttavia, numerosi scienziati e analisti mettono in dubbio questa narrazione, sottolineando che il petrolio estratto con questa metodologia viene comunque bruciato e rilascia CO₂ nell’atmosfera, contribuendo al riscaldamento globale.
Un’illusione più che una soluzione concreta
La cattura della CO₂ dall’atmosfera, pur essendo una tecnologia in via di sviluppo, è ancora estremamente costosa e inefficiente. Gli impianti DAC richiedono ingenti quantità di energia, che spesso proviene da fonti fossili, e la quantità di CO₂ effettivamente rimossa è ancora marginale rispetto alle emissioni complessive generate dall’uso dei combustibili fossili.
Inoltre, la CO₂ iniettata nei giacimenti non rimane sempre intrappolata nel sottosuolo. Vi è il rischio che una parte della CO₂ immagazzinata possa fuoriuscire nel tempo, rendendo l’intero processo meno efficace rispetto alle stime ottimistiche delle compagnie petrolifere.
Le critiche alla narrativa del petrolio “verde”
Diverse organizzazioni ambientaliste hanno etichettato le affermazioni delle compagnie petrolifere come greenwashing, ovvero un tentativo di ripulire la loro immagine senza modificare realmente il loro impatto ambientale. Il petrolio, indipendentemente dalla modalità di estrazione, resta una fonte di energia fossile che contribuisce significativamente al cambiamento climatico.
I ricercatori sottolineano che investire in tecnologie come la cattura diretta della CO₂ per l’estrazione di petrolio potrebbe distrarre dai veri obiettivi climatici, come la riduzione del consumo di combustibili fossili e la transizione verso fonti rinnovabili.
Il futuro della cattura del carbonio
Sebbene la tecnologia di cattura della CO₂ possa giocare un ruolo nel contrastare il riscaldamento globale, gli esperti avvertono che il suo utilizzo principale dovrebbe essere quello di rimuovere emissioni inevitabili, non di giustificare la produzione di nuovi combustibili fossili. Finché il petrolio estratto verrà utilizzato come carburante, la sua combustione continuerà ad aumentare la concentrazione di gas serra nell’atmosfera.
Per questo motivo, molti scienziati ed esperti del clima insistono sul fatto che la priorità debba essere la decarbonizzazione dell’economia, piuttosto che l’illusione di un petrolio “pulito”.