L’aumento degli eventi meteorologici estremi sta mettendo in crisi il mercato assicurativo globale, causando premi sempre più elevati e la ritirata di alcune compagnie da aree ad alto rischio. La combinazione tra uragani, incendi, inondazioni e grandinate sta generando danni enormi, aumentando le richieste di risarcimento e rendendo più costoso proteggere abitazioni e veicoli.
Asheville, un rifugio climatico non più sicuro
Per anni, Asheville, North Carolina, è stata considerata una località relativamente sicura dagli impatti del cambiamento climatico, grazie alla sua altitudine e posizione interna. Tuttavia, nel settembre 2024, l’uragano Helene ha portato inondazioni catastrofiche, dimostrando che nessun luogo è realmente protetto dai rischi climatici.
L’impatto delle catastrofi naturali non si limita alla distruzione fisica. Le compagnie assicurative devono affrontare una crescente pressione finanziaria, traducendosi in premi più alti per i consumatori e nel ritiro delle coperture in alcune aree. Il risultato è una crisi assicurativa emergente, che potrebbe colpire milioni di persone.
L’assicurazione diventa sempre più costosa
Il sistema assicurativo si basa sulla distribuzione del rischio tra i clienti. Tuttavia, con il clima estremo che aumenta la frequenza e la gravità delle catastrofi, i costi dei risarcimenti sono in crescita. Per compensare, le compagnie aumentano i premi su larga scala.
Tra il 2018 e il 2023, i premi assicurativi sulla casa negli Stati Uniti sono aumentati di quasi il 34%, con un incremento dell’11% solo nel 2023. Anche l’assicurazione auto ha visto aumenti superiori all’inflazione, in parte a causa dei danni da eventi climatici estremi.
L’uragano Helene e i costi del disastro
Il cambiamento climatico ha reso l’uragano Helene due volte più distruttivo, aumentando le precipitazioni del 50% in alcune aree. La società di analisi CARFAX ha stimato che 138.000 veicoli sono stati danneggiati dalle inondazioni in sei stati, con danni alla proprietà per decine di miliardi di dollari.
Le compagnie assicurative, per proteggersi, acquistano riassicurazione, ma anche questi costi stanno salendo. Il più grande riassicuratore al mondo, Munich Re, ha riportato che il 2024 è stato uno degli anni più costosi mai registrati per le catastrofi naturali, con perdite globali di 320 miliardi di dollari, di cui 140 miliardi coperti da assicurazioni.
Secondo uno studio economico, i rischi meteorologici hanno fatto aumentare significativamente i premi assicurativi, e il costo crescente della riassicurazione è responsabile di oltre la metà di questo aumento. Gli esperti prevedono che, entro il 2053, le famiglie in aree esposte al clima potrebbero dover pagare 700 dollari in più all’anno in premi assicurativi.
Chi pagherà il prezzo della crisi assicurativa?
Con l’aumento dei costi per le assicurazioni, i proprietari di case hanno poche opzioni:
- Ridurre la copertura, aumentando il rischio di perdite finanziarie in caso di disastro.
- Passare a polizze parametriche, che pagano in base alla gravità dell’evento piuttosto che sui danni reali subiti. Questi piani offrono pagamenti più rapidi ma possono non coprire completamente i danni.
- Affidarsi ai programmi di assicurazione governativi, come il National Flood Insurance Program (NFIP) o i programmi FAIR per le zone ad alto rischio. Tuttavia, questi programmi sono finanziati dai contribuenti e redistribuiscono il rischio a livello nazionale.
La crisi in California
In California, il programma FAIR copre quasi 6 miliardi di dollari di proprietà a Pacific Palisades, un’area ad alto rischio di incendi. Quando i fondi si esauriscono, il governo attinge alle compagnie assicurative private, aumentando indirettamente i premi per tutti i residenti dello stato.
Inoltre, alcuni stati regolano i premi assicurativi, come la California, dove le tariffe sono tenute artificialmente basse per proteggere i consumatori. Tuttavia, questo porta le compagnie a ritirarsi dallo stato o a scaricare i costi su altri stati meno regolamentati, come l’Oklahoma, dove i premi sono aumentati più rapidamente.
Possibili soluzioni per evitare il collasso assicurativo
Una delle opzioni più discusse è la delocalizzazione gestita delle comunità a rischio. Dopo le inondazioni devastanti del 2017 e 2019, la provincia canadese del Quebec ha attuato un programma per pagare le persone affinché si trasferissero in zone più sicure.
In alcuni stati, si stanno attuando misure per ridurre i rischi, come:
- Tagliare la vegetazione secca per prevenire incendi boschivi.
- Costruire tetti in metallo per resistere a grandinate e forti venti.
- Utilizzare incendi controllati per ridurre la quantità di materiale combustibile nelle foreste.
L’Italia e la gestione dei rischi climatici
In Italia, il governo ha imposto che tutte le aziende debbano acquistare assicurazioni contro eventi meteorologici estremi, per proteggere beni e infrastrutture. Questa misura mira a distribuire i costi tra più attori economici, evitando un impatto devastante su singoli settori.
Nel Regno Unito, il programma Flood Re aiuta a rendere accessibili le polizze contro le inondazioni, ma è previsto che termini nel 2040. A quel punto, molte persone nelle zone ad alto rischio potrebbero essere costrette a trasferirsi.
Un problema globale senza soluzioni facili
Le crisi assicurative stanno colpendo tutto il mondo:
- Australia: l’aumento dei premi sta spingendo molti proprietari a violare i loro contratti ipotecari.
- Malawi: il paese ha adottato assicurazioni parametriche contro la siccità, esponendosi a rischi elevati.
- Cina: i governi locali stanno assicurando intere città contro eventi climatici estremi.
Il cambiamento climatico non solo peggiora gli eventi meteorologici estremi, ma sta anche trasformando il modo in cui funzionano le assicurazioni, con conseguenze economiche e sociali su scala globale. La soluzione finale rimane ridurre drasticamente le emissioni di gas serra per fermare il riscaldamento globale. Fino ad allora, il mercato assicurativo continuerà a essere messo sotto pressione, con impatti significativi su milioni di persone.