Tra i fiumi Eufrate e Tigri: la riscoperta della culla dell’umanità attraverso l’opera di Moudhy Al-Rashid
L’Antica Mesopotamia, avvolta per secoli da un velo di oscurità storica, torna oggi a suscitare stupore e meraviglia grazie al lavoro appassionato della studiosa Moudhy Al-Rashid, docente presso l’Università di Oxford. Con il suo libro “Tra due fiumi”, l’autrice riporta alla luce il patrimonio millenario di questa terra straordinaria, distesa tra le acque del fiume Eufrate e del fiume Tigri, nei confini dell’odierno Iraq.
La civiltà mesopotamica, culla delle prime forme di organizzazione urbana e amministrativa, resta spesso offuscata dal fascino esercitato dalle più celebri culture egizia, greca e romana, ma custodisce radici ancora più profonde che affondano nei secoli antecedenti alla costruzione delle piramidi di Giza e ai fasti di Atene e Roma.
Le tavolette d’argilla: la voce degli antichi sumeri nella prima scrittura della storia
L’avventura nella memoria della Mesopotamia inizia con un pugno di tavolette di argilla, incise in caratteri cuneiformi dai Sumeri, abitanti delle città-stato di Uruk, Ur e Lagash. Questo sistema di scrittura, considerato il più antico mai rinvenuto, affiora dal passato come testimonianza diretta delle prime amministrazioni, dei contratti commerciali, delle leggi e perfino dei poemi epici, come l’Epopea di Gilgamesh.
Le tavolette, plasmate dalle mani di scribi e mercanti circa cinquemila anni fa, narrano di raccolti, scambi e dispute, ma anche di speranze, credenze e divinità che dominavano l’esistenza quotidiana.
Ur e la Grande Ziggurat: il simbolo di un mondo divino tra cielo e terra
Tra i simboli architettonici più imponenti della Mesopotamia, svetta la Grande Ziggurat di Ur, situata nell’attuale Iraq meridionale, nei pressi di Bassora. Questa maestosa struttura a gradoni, eretta intorno al XXI secolo a.C. dal re Ur-Nammu, rappresentava il ponte sacro tra il cielo e la terra, un luogo dove gli uomini potevano avvicinarsi agli dei e celebrare riti propiziatori per la fertilità e la prosperità dei raccolti.
La ziggurat, costruita con mattoni d’argilla cotti al sole, si innalzava maestosamente sopra l’abitato circostante, dominando il paesaggio mesopotamico e annunciando, con la sua mole, la potenza e la grandezza della città di Ur.
Il ruolo della donna nelle città di Uruk e Lagash: il volto nascosto del potere femminile
Nelle fiorenti città come Uruk e Lagash, le donne occupavano ruoli di rilievo nell’amministrazione dei templi e nella gestione dei patrimoni agricoli. Testimonianze incise sulle tavolette di Uruk narrano di figure femminili che gestivano granai e sovrintendevano alla distribuzione delle risorse, anticipando di millenni il dibattito sulla parità di genere.
Una delle personalità più emblematiche fu Enheduanna, sacerdotessa e poetessa figlia del re Sargon di Akkad, considerata la prima autrice della storia di cui sia noto il nome. I suoi inni dedicati alla dea Inanna, divinità dell’amore e della guerra, rivelano una profonda sensibilità artistica e una consapevolezza politica rara per l’epoca.
Le acque del Tigri e dell’Eufrate: risorsa vitale e minaccia per la civiltà
Il fiume Eufrate e il fiume Tigri non erano solo arterie vitali per il trasporto delle merci e l’irrigazione delle colture, ma rappresentavano anche una minaccia costante. Le loro piene improvvise potevano devastare i raccolti e mettere in ginocchio intere comunità, spingendo gli abitanti delle città mesopotamiche a sviluppare sofisticati sistemi di canalizzazione e arginature.
La lotta contro le inondazioni plasmò il carattere della popolazione, abituata a convivere con una natura tanto generosa quanto imprevedibile.
Hammurabi e le leggi di Babilonia: il primo codice giuridico della civiltà umana
Nel XVIII secolo a.C., il re Hammurabi, sovrano di Babilonia, promulgò il Codice di Hammurabi, il più antico insieme organico di leggi giunto fino ai giorni nostri. Inciso su una stele di diorite nera, oggi conservata al Museo del Louvre di Parigi, il testo normativo stabiliva regole precise per il commercio, la proprietà e le pene da infliggere ai trasgressori, gettando le basi per i futuri sistemi giuridici di Europa e Asia.
La caduta e l’oblio: il declino delle città mesopotamiche e la perdita della memoria
Il destino delle grandi città mesopotamiche, come Uruk, Ur e Babilonia, fu segnato dall’avanzare delle sabbie e dai cambiamenti dei corsi d’acqua. L’invasione degli Assiri e, successivamente, dei Persiani e dei Macedoni di Alessandro Magno, condusse alla lenta disgregazione di questa civiltà.
Col passare dei secoli, il ricordo degli dei sumeri, delle ziggurat e delle tavolette cuneiformi svanì nell’oblio, fino a quando, nel XIX secolo, archeologi europei come Henry Rawlinson e Paul Émile Botta riportarono alla luce le vestigia delle antiche città sepolte sotto il deserto iracheno.
Il libro di Moudhy Al-Rashid: una nuova narrazione che riaccende la fiamma della Mesopotamia
Con “Tra due fiumi”, la ricercatrice Moudhy Al-Rashid non si limita a descrivere i fatti storici, ma intreccia le vite quotidiane degli antichi abitanti con le grandi vicende dei re e dei sacerdoti. Il suo lavoro restituisce voce ai sumeri, agli assiri e ai babilonesi, facendo risuonare nelle pagine le antiche preghiere rivolte a Enlil e i canti delle sacre festività di Akitu.
L’eco dell’antica Mesopotamia, soffocata per troppo tempo dalla sabbia e dall’indifferenza, oggi risorge con forza grazie alla penna di Moudhy Al-Rashid e ai frammenti d’argilla che narrano il primo capitolo della storia dell’umanità.