La sfida della stratificazione dell’oceano interno della luna di Saturno
Le speranze di rilevare tracce di vita extraterrestre all’interno del Sistema Solare si concentrano sempre più sulle lune ghiacciate con oceani sotterranei, piuttosto che su Marte. Tuttavia, un nuovo studio suggerisce che la struttura dell’oceano di Encelado, una delle lune di Saturno, potrebbe impedire alle prove biologiche di emergere fino alla superficie, rendendo più complesso il loro rilevamento.
L’importanza di Encelado nella ricerca della vita
Tra le numerose lune che ospitano oceani sotterranei, Encelado si distingue per i suoi geyser che espellono acqua nello spazio, offrendo una via diretta per campionare il suo oceano senza dover perforare il ghiaccio. Gli scienziati avevano ipotizzato che una missione spaziale potesse raccogliere campioni semplicemente volando attraverso questi getti. Tuttavia, la nuova ricerca, pubblicata su Communications Earth and Environment, mette in discussione questa ipotesi.
La stratificazione degli oceani e il problema della miscelazione
Secondo lo studio condotto da Flynn Ames dell’Università di Reading, l’oceano sotterraneo di Encelado potrebbe comportarsi come un liquido stratificato, con strati d’acqua che resistono alla miscelazione verticale, un fenomeno noto come “stratificazione inversa”. Questo significa che le particelle e i composti chimici legati alla possibile presenza di vita potrebbero rimanere intrappolati nelle profondità dell’oceano per centinaia o addirittura migliaia di anni, impedendo la loro risalita verso la superficie.
Il ruolo della temperatura e della salinità
L’acqua, a differenza della maggior parte delle sostanze, si espande quando si raffredda vicino agli 0 °C, aumentando la propria galleggiabilità. Se la salinità dell’oceano di Encelado fosse inferiore a 20 grammi di sale per chilogrammo d’acqua, il raffreddamento superficiale rafforzerebbe questa stratificazione, rendendo ancora più difficile il trasporto delle molecole biologiche verso la superficie.
Ames e il suo team hanno modellato diverse variabili, tra cui la composizione salina e le forze di marea, che potrebbero favorire o contrastare la stratificazione. Tuttavia, se la loro ipotesi fosse corretta, i geyser campionerebbero solo gli strati superiori dell’oceano, non quelli più profondi, dove probabilmente si trovano le bocche idrotermali, considerate le migliori candidate per ospitare la vita.
Le implicazioni per le future missioni spaziali
Se la stratificazione inversa fosse confermata, i piani per una missione relativamente economica che analizzi il contenuto dei geyser potrebbero rivelarsi inefficaci. Altre proposte più ambiziose prevedono l’invio di robot-serpente capaci di insinuarsi nelle fratture del ghiaccio per campionare l’acqua direttamente dall’oceano. Tuttavia, anche questi strumenti potrebbero accedere solo agli strati più superficiali.
Questo problema potrebbe riguardare anche altre lune con oceani sotterranei, come Europa, satellite di Giove. Tuttavia, gli scienziati ritengono che la stratificazione sia più marcata nei corpi celesti più piccoli, come Encelado, a causa delle pressioni più basse.
Nonostante le sfide, l’interesse per la ricerca della vita oltre la Terra rimane altissimo. Le bocche idrotermali di lune come Encelado ed Europa sono ancora le migliori candidate per ospitare forme di vita extraterrestre, ma potrebbero essere quasi altrettanto difficili da raggiungere quanto i pianeti simili alla Terra al di fuori del Sistema Solare.