Potrebbe sembrare ovvio pensare che il tempo abbia avuto inizio 13,8 miliardi di anni fa, con la nascita dell’universo, ma alcune teorie alternative mettono in discussione questa idea. Secondo la visione tradizionale della cosmologia, il nostro universo si sta espandendo, il che implica che in passato fosse molto più piccolo. Se si riavvolgesse questa espansione, si arriverebbe a un punto di densità infinita, noto come Big Bang, considerato da molti il momento zero della storia cosmica. Tuttavia, la questione è molto più complessa.
La relatività generale e il concetto di singolarità
La teoria della relatività generale di Albert Einstein descrive l’universo come un continuum spazio-temporale, nel quale né lo spazio né il tempo hanno un significato assoluto. Al Big Bang, questo continuum si distorce fino a formare una singolarità, un punto in cui le nostre attuali leggi fisiche smettono di funzionare. Non è possibile affermare con certezza che il tempo sia iniziato in quell’istante, ma solo che rappresenta un limite oltre il quale non possiamo estrapolare con le teorie attuali.
Cosa c’era prima del Big Bang?
Alcuni cosmologi sostengono che possa esserci stato un “prima” del Big Bang. Una delle ipotesi più discusse è quella del modello ciclico, secondo il quale l’universo sarebbe il risultato di un rimbalzo cosmico: un precedente universo si sarebbe contratto fino a raggiungere un’estrema densità, per poi riespandersi nel nostro attuale cosmo.
Una teoria ancora più radicale, proposta dal fisico Roger Penrose, ipotizza che nuovi universi possano emergere da quelli precedenti attraverso un fenomeno chiamato “ridimensionamento conforme”, in cui lo spazio-tempo si riassesta in modo tale da generare una nuova fase cosmica senza bisogno di un vero e proprio collasso.
Il tempo come fenomeno emergente
Non tutti gli scienziati credono che il tempo sia una grandezza assoluta o eterna. Stephen Hawking e James Hartle hanno avanzato un’ipotesi secondo la quale, nelle prime fasi dell’universo, il tempo fosse semplicemente un’altra dimensione dello spazio, che si sarebbe poi trasformata nel tempo come lo conosciamo oggi.
Un’idea ancora più audace suggerisce che lo spazio-tempo non sia continuo, ma composto da unità discrete, come se fosse fatto di particelle microscopiche. In questo scenario, il Big Bang potrebbe rappresentare il momento in cui questi elementi fondamentali si sono organizzati in una struttura fluida, dando origine all’universo come lo percepiamo.
L’inizio del tempo, quindi, potrebbe non coincidere affatto con il Big Bang, ma essere legato a fenomeni più profondi e ancora sconosciuti della fisica fondamentale.