Il 10 Agosto 1628, la possente nave da guerra Vasa, orgoglio della Marina Svedese, si inabissò nelle acque di Stoccolma appena 25 minuti dopo aver lasciato il porto. Con un equipaggio a bordo e una struttura imponente, il naufragio portò alla morte di 30 persone e diede inizio a un’indagine per comprendere come un’imbarcazione così ambiziosa potesse aver fallito in modo tanto clamoroso.
Oggi, la Vasa è conservata quasi intatta in un museo dedicato a Stoccolma, permettendo di studiare con precisione le cause del disastro, che furono largamente confermate dagli investigatori dell’epoca.
Un disastro inaspettato: il viaggio della Vasa finisce in tragedia
Quel giorno, il mare era calmo, e nulla lasciava presagire il destino drammatico della nave da 64 cannoni. Dopo aver preso il largo, una raffica di vento inclinò il vascello verso sinistra, facendo imbarcare acqua dai portelli dei cannoni. Un’ulteriore folata aggravò la situazione, capovolgendo definitivamente la nave, che sprofondò rapidamente sotto gli occhi increduli della folla accorsa per assistere al varo.
Inizialmente, i sospetti si concentrarono sul capitano e l’equipaggio, ipotizzando errori nel fissaggio dei cannoni o persino l’abuso di alcol prima della partenza. Tuttavia, quando la Vasa fu recuperata nel 1961, i cannoni risultarono ancora al loro posto, smentendo queste ipotesi.
Errori fatali: il motivo del naufragio
L’inchiesta portò a una conclusione chiara: il problema risiedeva nel progetto della nave. Il costruttore, che era morto l’anno precedente, divenne il perfetto capro espiatorio, evitando che altri venissero ritenuti responsabili.
Già il giorno prima del varo, alcuni membri dell’equipaggio avevano eseguito un test di stabilità: 30 uomini corsero da un lato all’altro della nave per verificarne la tenuta. Il risultato fu allarmante: la nave oscillava pericolosamente e si temeva potesse capovolgersi ancora ormeggiata nel porto. Per questo, l’esperimento fu interrotto, ma non si prese alcuna contromisura.
Il problema principale era la distribuzione del peso. La Vasa, essendo una nave con due ponti di cannoni, avrebbe dovuto avere un ponte inferiore più pesante e uno superiore più leggero. Invece, i due ponti avevano lo stesso peso, rendendo la nave eccessivamente instabile. Inoltre, gli esperti dell’epoca sottolinearono che la nave non aveva abbastanza stazza per sostenere tutti quei cannoni da 1,5 tonnellate. Il progetto, quindi, era troppo ambizioso e mal concepito, rendendo la nave insicura fin dalla sua costruzione.
Un potenziale gigante della guerra mai realizzato
Se il viaggio della Vasa fosse stato un successo, avrebbe potuto diventare la nave da guerra più potente del XVII secolo e svolgere un ruolo chiave nella Guerra dei Trent’anni, conflitto che coinvolse gran parte dell’Europa e nel quale la Svezia entrò ufficialmente nel 1630.
Invece, la Vasa si trasformò in uno dei più grandi fallimenti navali della storia. Nessuno fu condannato per l’incidente, nonostante le pressioni del re Gustavo II Adolfo di Svezia, furioso per la perdita della sua nave ammiraglia.
Il recupero della Vasa: un viaggio nel tempo
Nel 1961, dopo oltre 300 anni sul fondo del mare, la Vasa fu riportata alla luce, rivelandosi un autentico tesoro storico. Oggi, è conservata nel Museo Vasa di Stoccolma, ed è la nave meglio preservata del XVII secolo, con il 98% della struttura originale ancora intatta.
Questo eccezionale reperto offre uno sguardo unico sulla vita dei marinai dell’epoca, con oggetti personali e attrezzature rimasti sigillati nel tempo. Tuttavia, la nave è ancora in pericolo: il legno, seppur restaurato, continua a restringersi e deteriorarsi.
Per evitarne il collasso, gli esperti stanno installando una struttura in acciaio all’interno dello scafo, nel tentativo di preservare questo capolavoro per le future generazioni.