Gli esseri umani hanno un rapporto complicato con il tempo. Siamo abili nel gestire intervalli brevi: sappiamo quanto manca all’ora di pranzo o quanti anni sono passati dall’ultima vittoria dei New York Mets nelle World Series. Tuttavia, quando il tempo si estende oltre la durata della nostra vita, la nostra percezione vacilla. Anche se il 1995 può sembrare solo ieri, è trascorso quasi un terzo di secolo. E se ci spostiamo ancora più indietro?
Immergersi nel passato
Più si scava nel passato, più il tempo diventa un concetto sfuggente. Cosa succedeva 100 anni fa? Siamo nel 1925, un’epoca che, seppur lontana, conserva molte caratteristiche familiari: automobili, aerei, vaccini e una società strutturata in modo simile a quella attuale. Il cambiamento è percepibile, ma non rende quel mondo irriconoscibile.
E 1.000 anni fa? Ritorniamo nel 1025 d.C.: l’Europa medievale è popolata da regni anglosassoni e imperi in espansione. Canuto il Grande governa l’Inghilterra prima dell’invasione normanna, mentre in Cina fiorisce la dinastia Liao. Il Sacro Romano Impero è sotto il dominio di Basilio II, un imperatore di lunga durata. In America, le popolazioni indigene costruiscono monumenti di terra, come il Serpent Mound, mentre in Medio Oriente si diffondono le prime città agricole.
Facciamo un balzo ancora più ampio: 10.000 anni fa, nel ~8.000 a.C., siamo nel pieno del Neolitico. Alcune regioni del pianeta iniziano a sperimentare l’agricoltura, mentre l’Europa è ancora in una fase più primitiva. La popolazione mondiale è inferiore ai 40 milioni di persone, un numero paragonabile alla sola Tokyo di oggi. In alcune zone, sopravvivono ancora i mammut, relitti di un’epoca glaciale in fase di ritiro.
Un viaggio oltre l’umanità
Andiamo ancora più indietro: 100.000 anni fa. Questo periodo rappresenta solo lo 0,002% della storia del nostro pianeta. Il mondo è dominato da un clima più freddo, alternato da ere glaciali e fasi interglaciali. Gli Homo sapiens esistono, ma non sono ancora diffusi ovunque: Neanderthal abitano l’Europa, mentre le Americhe e l’Australia sono ancora prive della presenza umana moderna.
E 1.000.000 di anni fa? L’umanità, per come la conosciamo, è ancora lontana. Le prime specie del genere Homo, come l’Homo habilis e l’Homo erectus, stanno emergendo in Africa. Il pianeta è dominato da grandi mammiferi: mastodonti, gatti dai denti a sciabola, bradipi giganti. Il clima terrestre è generalmente più freddo e i Grandi Laghi non esistono ancora.
A 10.000.000 di anni fa, siamo nel periodo Neogene. Gli antenati degli esseri umani iniziano a sperimentare la vita fuori dagli alberi, mentre il Nord America assomiglia più alla Savana africana, con rinoceronti e mammiferi simili a cammelli che popolano le pianure.
Spingendoci fino a 100.000.000 di anni fa, solo il 2,2% della storia del pianeta, il mondo è dominato dai dinosauri. Gli uccelli esistono da circa 50 milioni di anni, evolvendosi dall’Archaeopteryx, ma le terre sono ancora popolate da triceratopi, velociraptor e tirannosauri. L’impatto dell’asteroide che decreterà la loro fine è ancora distante 35 milioni di anni.
Il tempo profondo: oltre la nostra comprensione
Arriviamo a 1.000.000.000 di anni fa. Il pianeta è irriconoscibile. La vita esiste, ma è perlopiù microscopica. I primi organismi multicellulari, come funghi e licheni, iniziano a comparire, ma gli animali e le piante moderne sono ancora lontani nel futuro. L’aria è respirabile grazie alla produzione di ossigeno da parte di antichi microrganismi, avvenuta oltre un miliardo di anni prima. L’odierna Ohio si trova ancora nell’emisfero australe, parte di un’unica massa terrestre chiamata Rodinia. Eppure, siamo solo a un quarto della distanza dall’inizio del pianeta.
Perché il tempo profondo è importante per te
L’idea di tempo profondo è difficile da afferrare, così come lo è lo spazio profondo. La nostra mente non è progettata per concepire eventi che trascendono la durata di una vita umana, eppure è fondamentale provare a farlo.
Perché? Due motivi.
Primo, il tempo profondo aiuta a mettere le cose in prospettiva. Viviamo in un’epoca in cui tutto cambia a velocità vertiginosa, ma molte cose, nel lungo periodo, si trasformano lentamente. Il mondo è sempre stato in evoluzione, e la comprensione di questi cambiamenti può offrire una visione più equilibrata della nostra esistenza.
Secondo, guardare al passato profondo aiuta a sviluppare un senso di resilienza. La vita sulla Terra ha affrontato cataclismi, estinzioni di massa, mutamenti climatici e trasformazioni geologiche inimmaginabili. Questo non significa che possiamo ignorare i problemi attuali, ma piuttosto che dovremmo trarre ispirazione dalla capacità della vita di adattarsi e persistere.
Il cambiamento è l’unica vera costante. E nulla, nemmeno noi, è eterno. A meno che tu non sia un lichene.