La biologia del sesso è complessa e variegata, molto più di quanto una definizione rigida possa catturare. Cromosomi, ormoni, organi riproduttivi e genetica interagiscono in modi che sfidano il concetto di una divisione netta tra maschio e femmina. Gli scienziati sottolineano che il sesso deve essere compreso in tutta la sua complessità, senza semplificazioni che escludano le numerose varianti naturali.
Il sesso biologico è multifattoriale
Secondo Sam Sharpe, biologo evoluzionista della Kansas State University, il sesso umano è una caratteristica sfaccettata che coinvolge diversi fattori, alcuni presenti alla nascita e altri che si sviluppano nel tempo. Gli ormoni, i cromosomi e le caratteristiche fisiche possono variare, creando uno spettro di possibilità biologiche.
Nonostante questa complessità, una recente definizione di sesso biologico proposta dall’ex presidente Donald Trump classifica rigidamente le persone come maschi o femmine basandosi esclusivamente sulle dimensioni delle cellule riproduttive. Un ordine esecutivo firmato il 20 gennaio stabilisce che le femmine sono individui che, al concepimento, producono ovuli, mentre i maschi sono quelli che generano spermatozoi.
La definizione esclude milioni di persone
Questa visione binaria esclude milioni di individui che non rientrano nelle categorie tradizionali, senza che vi sia alcuna previsione per le numerose variazioni biologiche. Il segretario della Salute e dei Servizi Umani Robert F. Kennedy Jr. ha dichiarato che questa definizione sarà utilizzata per formulare le future politiche sanitarie negli Stati Uniti.
Anna Biason-Lauber, endocrinologa pediatrica dell’Università di Friburgo, critica questa definizione, sottolineando come riduca l’identità umana alla sola capacità riproduttiva, ignorando la diversità biologica e genetica.
Sam Sharpe si chiede cosa ne sarà di coloro che non producono gameti, come le persone con alcune varianti genetiche che impediscono la produzione di ovuli o spermatozoi. Una definizione di sesso che non si applica a tutti è inevitabilmente problematica, sostiene lo scienziato.
Il sesso non è definito solo dai gameti
Dal punto di vista biologico, esistono effettivamente due tipi di gameti: ovuli e spermatozoi. Tuttavia, secondo Nathan Lents, biologo molecolare del John Jay College of Criminal Justice di New York, ridurre il sesso alla dimensione delle cellule riproduttive è una semplificazione eccessiva.
Le caratteristiche sessuali si distribuiscono lungo un continuum con due poli medi, uno per i maschi e uno per le femmine. L’altezza, la massa muscolare, il metabolismo e molti altri aspetti variano enormemente tra individui dello stesso sesso biologico. Ad esempio, alcune donne hanno un tasso metabolico più elevato di certi uomini, mentre molte sono più alte di alcuni maschi.
Se il sesso fosse definito solo sulla base dei gameti, si ignorerebbe gran parte dell’esperienza umana, incluse le dinamiche sociali e identitarie.
Lo sviluppo sessuale inizia settimane dopo il concepimento
Contrariamente a quanto affermato nell’ordine esecutivo di Trump, al momento del concepimento non esistono gameti. Il sesso dell’embrione inizia a differenziarsi solo diverse settimane dopo la fecondazione.
Circa sei settimane dopo la gestazione, le cellule che daranno origine a ovaie o testicoli sono ancora indistinguibili. Per molto tempo si è creduto che lo sviluppo femminile fosse il percorso “predefinito” e che la mascolinizzazione richiedesse segnali specifici. Tuttavia, nuove ricerche dimostrano che lo sviluppo femminile è un processo attivo, che prevede la disattivazione di strutture maschili.
Verso l’ottava settimana di gestazione, le cellule nei testicoli iniziano a produrre testosterone, che contribuisce allo sviluppo degli organi riproduttivi maschili. Tuttavia, la produzione di sperma non avviene fino alla pubertà. Le ovaie, invece, non producono ormoni sessuali nel feto, e l’utero e la vagina si sviluppano indipendentemente dagli ormoni.
I cromosomi sessuali non seguono sempre il binario XX-XY
La distinzione classica tra cromosomi XX per le femmine e XY per i maschi è incompleta. Il cromosoma X è coinvolto in molti processi biologici, dalla coagulazione del sangue allo sviluppo cerebrale, mentre il cromosoma Y, pur essendo più piccolo, contiene geni cruciali per lo sviluppo maschile.
Tuttavia, molte persone nascono con configurazioni cromosomiche atipiche. La sindrome di Turner, ad esempio, colpisce individui con un solo cromosoma X, impedendo loro di produrre gameti. Le donne con questa condizione hanno un utero, ma non ovaie funzionanti.
La sindrome di Klinefelter, invece, colpisce 1 su 650 maschi, che nascono con due o più cromosomi X e un Y. Questi individui non producono spermatozoi, il che li escluderebbe dalla definizione binaria proposta dall’amministrazione statunitense.
In alcuni casi, il gene SRY, responsabile dello sviluppo maschile, può essere traslocato su un cromosoma X. Persone con due cromosomi X e un gene SRY possono svilupparsi come maschi, mentre altri individui con un XY possono avere variazioni genetiche che bloccano lo sviluppo maschile e svilupparsi come femmine senza produrre gameti.
Le persone intersessuali: una realtà comune
Circa l’1,7% della popolazione mondiale è intersessuale, secondo InterAct, un’organizzazione per la difesa dei diritti delle persone con variazioni nello sviluppo sessuale. Essere intersessuali è tanto comune quanto avere i capelli rossi.
Alcune persone possono avere tessuto ovarico e testicolare contemporaneamente, rendendo difficile classificarle rigidamente come maschio o femmina. Molti bambini intersessuali subiscono interventi chirurgici non necessari per conformarsi alle aspettative binarie, spesso senza il loro consenso.
La definizione legale di sesso proposta dall’amministrazione Trump potrebbe avere conseguenze per l’accesso ai documenti ufficiali, all’assistenza sanitaria e ai diritti civili delle persone intersessuali. Sam Sharpe teme che potrebbero essere negati trattamenti ormonali essenziali per la salute di questi individui.
La biologia non è binaria
L’idea che esistano solo due sessi distinti è smentita dalla scienza. Qualsiasi tentativo di definire rigidamente il sesso porta a paradossi biologici, escludendo molte persone che non rientrano nelle categorie tradizionali.
Nathan Lents sottolinea come le categorie di maschio e femmina non siano rigide, ma piuttosto un continuum con molte variazioni. Definire il sesso solo in base ai cromosomi o ai gameti significherebbe escludere milioni di persone o includerne altre in modi inaspettati.
La biologia ci mostra che il sesso non è un sistema binario chiuso, ma una realtà fluida e complessa, che merita di essere riconosciuta nella sua interezza.