L’Australia è la terra per eccellenza dei marsupiali, animali unici che trasportano e nutrono i loro piccoli in una speciale tasca fino al completo sviluppo. Tra i più noti ci sono i canguri, i koala, i wombat e i diavoli della Tasmania, tutti simboli di un ecosistema straordinario ma sempre più minacciato.
Nonostante la loro abbondanza in alcune aree, molte specie di marsupiali stanno affrontando un declino preoccupante. Ora, un team di ricercatori dell’Università del Queensland ha raggiunto un traguardo rivoluzionario: la creazione dei primi embrioni di canguro tramite fecondazione in vitro (IVF). Questo progresso potrebbe rappresentare una svolta fondamentale per la conservazione delle specie a rischio.
Pubblicati sulla rivista scientifica Reproduction, Fertility and Development, i risultati di questa ricerca aprono nuove prospettive per la protezione dei marsupiali e di altri mammiferi minacciati. Secondo Andres Gambini, ricercatore principale dello studio, questa tecnologia potrebbe aiutare a salvare specie in pericolo come i koala, i wombat dal naso peloso settentrionale, i possum di Leadbeater e i diavoli della Tasmania.
Creazione degli embrioni: una tecnica all’avanguardia
Lo studio si è concentrato sul canguro grigio orientale (Macropus giganteus), una specie non a rischio, scelta per testare la fattibilità della tecnica. Gli ovuli utilizzati provenivano da esemplari già deceduti, mentre il sperma è stato raccolto e analizzato in laboratorio prima della fecondazione.
La procedura è stata effettuata utilizzando l’iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi (ICSI), una tecnica che prevede l’inserimento di uno spermatozoo direttamente all’interno di un ovocita maturo. Dopo pochi giorni, i ricercatori hanno osservato segnali positivi di sviluppo embrionale, confermando la riuscita della fecondazione.
“L’ottenimento degli embrioni di canguro è il risultato di anni di studio e collaborazione scientifica”, ha spiegato Gambini. Questo successo rappresenta un importante progresso verso la riproduzione assistita dei marsupiali, che potrebbe rivelarsi determinante per la loro sopravvivenza futura.
IVF animale: un metodo già testato con altre specie
L’uso della fecondazione in vitro nella conservazione animale non è una novità assoluta. Tecnologie simili sono già state sperimentate con successo su bovini, suini e persino specie in pericolo.
All’inizio del 2024, i ricercatori hanno annunciato di aver ottenuto una gravidanza IVF in un rinoceronte bianco settentrionale, una delle specie più a rischio di estinzione. Sebbene la madre surrogata sia successivamente morta per un’infezione non legata alla procedura, il feto si stava sviluppando normalmente, con una probabilità stimata del 95% di una nascita di successo.
Anche i ghepardi hanno beneficiato della riproduzione assistita: nel 2020, allo Zoo di Columbus, in Ohio, sono nati i primi cuccioli di questa specie grazie alla IVF e al trasferimento di embrioni.
Il futuro della conservazione: quali sfide attendono i ricercatori?
Sebbene la creazione degli embrioni di canguro rappresenti un traguardo significativo, il cammino verso la nascita di un marsupiale tramite IVF è ancora lungo. Il prossimo obiettivo del team è ottenere una gravidanza di successo, ma le sfide sono numerose.
Per garantire il successo del progetto, gli scienziati stanno lavorando su nuove tecniche per raccogliere, coltivare e conservare le cellule riproduttive dei marsupiali. La possibilità di congelare ovuli e spermatozoi rappresenterebbe un enorme vantaggio per la salvaguardia delle specie minacciate, permettendo di preservare il materiale genetico per il futuro.
Secondo Gambini, la speranza è che questa tecnologia possa contribuire a salvare le specie uniche dell’Australia, assicurandone la sopravvivenza nel tempo. Con un tasso di estinzione dei mammiferi tra i più alti al mondo, ogni innovazione nella riproduzione assistita potrebbe fare la differenza per il destino della fauna marsupiale.